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Covid, Conte risponde alla protesta delle Regioni: “Rifiutare la divisione in fasce porta verso un nuovo lockdown generale”

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Dopo l’ultimo Dpcm firmato da Conte, che prevede la divisione dell’Italia in fasce di rischio, per arginare il Covid, si è sollevata la protesta delle Regioni. A cui il presidente del Consiglio ha risposto.

Le 3 fasce di rischio e le relative misure anti Covid valide fino al 3 dicembre 2020 sono risultate indigeste al mondo politico ed ai cittadini.

Per questo Conte ha lanciato un appello all’unità. Inoltre il premier ha ribadito che “non c’è alcuna volontà di penalizzare alcune aree”.

In un’intervista al Corriere della Sera il premier Conte ha risposto alle proteste cercando di fare chiarezza. Nel suo intervento ha sottolineato che per individuare le fasce si è usato il meccanismo di monitoraggio.

Inoltre ha ribadito che rifiutare la divisione dell’Italia in tre fasce “significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato”.

Questo perché i cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Calabria non ne trarrebbero nessun beneficio.

Il mancato rispetto delle zone di rischio porterebbe ad imporre le stesse misure applicate alle Regioni rosse anche in territori in condizioni meno critiche.

Conte spiega la necessità della divisione in fasce per arginare i contagi Covid

Conte spiega la necessità della divisione in fasce per arginare i contagi Covid

Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, il premier Conte ha precisato:

“Chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede. Non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre.

Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza del ministro Speranza. Le Regioni sono parte integrante di questo meccanismo”.

Con il suo appello il premier ha ribadito quindi che è necessario usare questo sistema per la gestione della pandemia e non tornare indietro.

Il virus in Italia “corre veloce” e questo ha spinto a non individuare zone verdi. Se la curva dei contagi Covid continuerà a salire risulterà impossibile trasportare i malati da una regione all’altra. Questo scenario si deve impedire secondo il premier.

Nel suo intervento poi Conte ha fatto riferimento al sistema di monitoraggio precisando:

“Ho voluto che nel decreto ristori bis fosse inserita una norma che contribuirà a rendere ancora più chiaro e trasparente il meccanismo di monitoraggio.

In modo che la comunità scientifica e tutti i cittadini possano accedere a queste informazioni”.

Altre precisazioni del premier sui punti caldi dell'ultimo Dpcm

Altre precisazioni del premier sui punti caldi dell’ultimo Dpcm

A proposito poi degli interventi di tipo economico, il premier ha illustrato l’istituzione di un fondo per erogare nuove risorse da destinare alle Regioni.

Una misura che si potrebbe attuare se dovesse peggiorare il livello di rischio a livello territoriale.

Nel corso della sua intervista, Conte ha spiegato anche la decisione presa per le scuole secondarie della didattica a distanza. Il premier ha ammesso che “è stata una scelta molto dolorosa da limitare allo stretto necessario”.

Parlando infine del primo vertice con i leader per il patto di legislatura, Conte ha ribadito che hanno avuto un confronto molto costruttivo.

Un incontro che è servito a ribadire la “comune volontà di aggiornare il programma di governo”. Il premier ha sottolineato che in questo momento la coesione è necessaria.

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