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“Ho suonato ai campanelli e bussato a tutte le porte mentre divampava il fuoco”: il racconto del residente che ha lanciato l’allarme durante l’incendio del grattacielo a Milano è da pelle d’oca

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L’incendio in via Antonini a Milano divampato in pochi minuti, avvolgendo nelle fiamme un intero grattacielo poteva avere un epilogo drammatico, ma alcuni condomini si sono comportanti eroicamente come nel caso di Sam Nabi, 32enne di origini persiane. Lui e la sua compagna sono stati tra i primi inquilini a lanciare l’allarme agli altri residenti.

Sam Nabi, consulente tecnico per il Tribunale di Milano, quando è divampato l’incendio in via Antonini a Milano si trovava in casa con la compagna, Valentina. La coppia dopo aver percepito un forte odore di bruciato, si è accorta delle fiamme e così hanno lasciato l’edificio cercando di avvisare gli altri inquilini mentre scappavano.

Grazie alla coppia ed agli altri residenti che hanno lanciato l’allarme mentre si erano messi in fuga si è evitato che il rogo causasse vittime. Infatti il grattacielo era abitato da circa 70 famiglie che sarebbero rimaste intrappolate tra le fiamme. Ma per fortuna non ci sono stati feriti e morti, fatta eccezione per un cagnolino.

incendio in via Antonini a Milano

La testimonianza di Sam Nabi, un residente che ha lanciato l’allarme durante l’incendio in via Antonini a Milano

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Sam Nabi ha raccontato al Corriere della Sera quello che ha vissuto il giorno dell’incendio in via Antonini a Milano: “La mia compagna è stata più lucida ha preso il telefono, il nostro cagnolino Bruce. Il tempo di suonare campanelli e battere a più porte possibile”. Durante la loro fuga disperata lontano da quella bolgia di fumo e fiamme non si sono resi conto da subito della gravità dell’incendio in via Antonini a Milano divampato in un quarto d’ora dando alle fiamme l’intera facciata della struttura. Nabi ha condiviso su Facebook quei minuti angosciosi, vissuti insieme alla sua compagna ed al loro cagnolino.

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“Un attimo e tutto è stato spazzato via laddove pensavamo di poter stare al sicuro, dove vivevamo tra i nostri ricordi, i nostri oggetti, tutto quanto eravamo riusciti a costruire, ora non c’è più nulla. Abbiamo visto la nostra casa andare a fuoco e con lei se ne va gran parte della nostra vita. C’è stato giusto il tempo di scendere insieme a Bruce, giusto il tempo di dare spazio a ciò che conta per davvero. Senza saperlo, convinti che saremmo potuti rientrare non molto dopo. E invece no, siamo scesi in fretta e furia ignorando che non era un semplice arrivederci. Era un addio […]”.

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