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15 infermieri positivi al Covid dopo aver rifiutato di vaccinarsi: avviata istruttoria per deliberare se hanno diritto a tutele per infortunio sul lavoro

A Genova è scoppiato un caso che ha aperto un precedente: dopo aver rifiutato il vaccino si sono registrati 15 casi di infermieri positivi al Covid.

Una circostanza che segnerà una pietra miliare per i lavoratori italiani, in quanto caso senza precedenti legato al contesto della pandemia da Covid.

I 15 infermieri positivi al Covid, che lavorano presso il policlinico San Martino di Genova, hanno rifiutato di vaccinarsi aprendo questo precedente di cui si occuperanno gli uffici romani dell’Inail, dopo la richiesta avanzata dalla direzione territoriale ligure.

Secondo i dati raccolti, dopo la prima fase di vaccinazioni, 593 dei 3.120 infermieri e tecnici del maggiore ospedale regionale hanno rifiutato il vaccino.

Nei giorni seguenti si sono registrati i casi dei 15 infermieri positivi, che si sono contagiati sul posto di lavoro.

15 infermieri positivi al Covid: l’Inail dovrà deliberare sul caso senza precedenti

Ora si dovrà deliberare “se ammalarsi in corsia, dopo aver rifiutato il vaccino, è da ritenersi un infortunio sul lavoro”, e se prevede delle tutele.

Secondo quanto riferito dal direttore amministrativo del policlinico San Martino di Genova, Salvatore Giuffrida al Secolo XIX :

“Il diniego può rendere inidonei al contatto con i pazienti, o addirittura portare all’aspettativa obbligatoria e non retribuita”.

Il dirigente ospedaliero trovandosi di fronte ad una vicenda delicata ha inoltrato una richiesta di giudizio in cui si legge:

“Chiedo se si riconduca all’infortunio sul lavoro, con conseguente applicazione delle relative tutele, l’ipotesi in cui il personale contragga il virus senza aver aderito alla profilassi vaccinale, oppure se venga fatto un distinguo tra chi non si è sottoposto volontariamente oppure per una particolare condizione di salute”.

Ma la “patata bollente” come riferito dal direttore della sede ligure dell’Inail Marco Quadrelli è stata sottoposta alla Direzione centrale competente.

I pareri divergenti sui 15 infermieri positivi: una problematica complessa legata ai contagi Covid sul lavoro

Di fatto la problematica riguarda non solo gli infermieri, ma anche altre categorie professionali da vaccinare nei prossimi mesi, quindi ci si aspetta una risposta che possa valere in modo uniforme.

Già nel mese di aprile 2020, l’Inail in una sua circolare ha riferito di una presunzione di origine professionale del contagio da Covid per gli operatori sanitari, per cui la malattia si poteva imputare al contagio sul luogo di lavoro.

L’istruttoria relativa ai 15 infermieri positivi al Covid, a quanto pare sarà trattata da più di una tra le 22 Direzioni centrali.

Il caso vede contrapporsi pareri contrari, a partire dalla posizione secondo la quale si dovrebbe archiviare come infortunio sul lavoro.

I dirigenti liguri sono scettici sul considerare il Covid un rischio delle professioni sanitarie, a cui associare eventuali sanzioni disciplinari se non ci si vaccina.

Invece il direttore amministrativo Giuffrida ha espresso un parere differente sul caso dei 15 infermieri positivi al Covid asserendo:

“Nel 2020 è stato deciso che aver contratto l’infezione, per il personale sanitario, era da ritenersi un infortunio sul lavoro, e mi sembra logico.

Ma è la stessa cosa se questo accade quando si è rifiutata una protezione a cui si aveva non solo diritto ma anche priorità di accesso?

[…] Non voglio suggerire soluzioni, né spingere verso una o un’altra, dico solo che qui si apre una questione giuridica e mi pare opportuno che l’Inail la valuti e dia una risposta”.

Pubblicato da
Caterina Stabile

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