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Ezio Bosso. Addio al pianista che sapeva commuovere il mondo

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“La musica ci insegna la cosa più imporante: ascoltare”. La pensava così Ezio Bosso, pianista, compositore, direttore d’orchestra.

L’artista che incantò il pubblico di Sanremo nell’edizione di quattro anni. L’uomo che, nato in una famiglia operaia,seppe ribaltare i pronostici del suo insegnante di musica che consigliava al padre di fargli fare l’operaio.

Ezio Bosso ci ha salutati la notte scorsa.

La malattia neurodegenerativa che lo aveva colpito nel 2011, insieme ad un altra grave patologia, hanno spento il suo corpo a soli 48 anni.

Ezio ormai conosceva quella stanza buia, quel luogo di dolore dove sapeva portare la sua musica, la unica e sola terapia.

Era un uomo generoso e ostinato, oltre che un artista con grande talento.

A 16 anni Ezio Bosso aveva lasciato la famiglia per seguire e coltivare la sua passione, andando in Francia a perfezionare gli studi di pianoforte.

E nel 2017, dopo la scomparsa dell’amico Claudio Abbado, aveva voluto, nonostante la malattia, portare avanti un progetto importante.

Era diventato testimonial dell’Associazione Mozart 14, quella che Abbado aveva creato per portare la musica nei luoghi di dolore: carceri, ospedali.

È morto Ezio Bosso
Ezio Bosso

Dolore e musica hanno camminato insieme nell’esistenza di Ezio Bosso.

Ma la malattia e la sconfitta del corpo non hanno mai impedito la continua rinascita dell’anima, di quelle emozioni che solo una persona che soffre può conoscere nelle sue più intime sfumature.

“La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme”.

Forse per questo Ezio Bosso non ci abbandonerà mai. Perché nelle sue note e nella sua musica continuerà ad esserci.

E a insegnarci che ascoltandola si può diventare persone migliori.

Addio maestro. Maestro di musica, di vita. Che la vita ti sia lieve. Lieve come la tua musica, il tuo sorriso. Lieve come il tuo cuore che batteva su tutto il mondo.

Emozionando.

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