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Due corpi senza nome nel parco: madre e figlia? Il giallo che scuote Roma

Un tranquillo pomeriggio si trasforma in orrore

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Villa Doria Pamphili, cuore verde della capitale, sabato pomeriggio. Il sole alto, la quiete di un giorno qualunque. Ma tra l’erba incolta e i rifiuti nascosti, una scena agghiacciante strappa il silenzio: una neonata abbandonata, nuda, col volto rivolto al suolo. Non un giocattolo dimenticato, ma una piccola vita brutalmente interrotta. Il parco, luogo di giochi e passeggiate, d’un tratto diventa teatro di un mistero straziante.

Il secondo ritrovamento: una donna in un sacco

Poche ore dopo, non lontano dal luogo del primo ritrovamento, un’altra scoperta getta nel terrore: il corpo di una donna, privo di documenti, avvolto in un sacco nero, nascosto tra gli oleandri. Nessuno l’ha reclamata, nessun nome, nessuna identità. Come se il mondo l’avesse dimenticata. Come la neonata, anche lei sembra essere stata lasciata lì per scomparire nel nulla. Potrebbero essere madre e figlia, ma al momento si naviga tra ipotesi e incertezze.

Una scena muta di dolore

L’area in cui sono stati rinvenuti i corpi è attraversata da una vecchia apertura nella recinzione, mai richiusa. Chiunque avrebbe potuto entrarvi indisturbato, forse di notte, forse approfittando della confusione di un evento. Gli investigatori ora analizzano le riprese delle telecamere, nel tentativo di ricostruire i movimenti attorno a quel passaggio dimenticato. Le ipotesi sono molteplici: un omicidio familiare? Un gesto disperato? Oppure l’intervento di una terza figura?

Silenzi assordanti e domande senza risposta

È stata una famiglia in visita al parco a trovare il corpo della donna. Stavano giocando, ignari di ciò che giaceva a pochi passi. Nessuno aveva sentito nulla, nessun grido, nessun rumore sospetto. Come se il crimine fosse avvenuto in un’altra dimensione. Ora il pubblico ministero Antonio Verdi guida l’inchiesta, cercando di districare una matassa fatta di silenzi e segreti. Due vite spezzate, forse legate da un vincolo di sangue, lasciate in un luogo che avrebbe dovuto accoglierle, non dimenticarle. E una domanda che rimane sospesa nell’aria: chi le ha portate lì, e perché nessuno si è accorto di nulla?

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