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Elly Schlein tra contestazioni e consensi: serata complicata alla Festa del Fatto

Un confronto acceso davanti a un pubblico diviso

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Alla kermesse organizzata dal Fatto Quotidiano, Elly Schlein si è ritrovata sotto i riflettori non solo per il suo intervento, ma anche per le reazioni che ha suscitato. Di fronte a una platea attenta ma non del tutto solidale, la segretaria del Partito Democratico ha vissuto momenti carichi di tensione.

Durante l’intervista condotta da Antonio Padellaro e Wanda Marra, la leader dem ha affrontato il delicato tema della guerra in Ucraina, ribadendo l’importanza di un dialogo internazionale che porti a una soluzione condivisa e duratura. Le sue parole, però, non sono passate lisce.

La frase che ha scatenato i fischi

Nel corso del suo intervento, Schlein ha affermato: “Dobbiamo assicurarci una pace equa per il popolo ucraino. Comprendo che ci siano opinioni divergenti, ma penso sia chiaro a tutti che non possiamo lasciare che Putin e Trump decidano da soli”. Una frase che ha scatenato una reazione immediata dal pubblico, con fischi e proteste, intensificatesi quando ha condannato apertamente l’azione militare russa definendola una “aggressione criminale”.

Nonostante le interruzioni, la segretaria ha mantenuto la calma, replicando con determinazione: “Rispetto il dissenso, ma su questo punto restiamo distanti”. Ha poi evidenziato l’importanza di includere Kiev nei futuri negoziati di pace: “L’Ucraina dovrà avere un ruolo centrale al tavolo. Su questo, credo, possiamo trovarci d’accordo”. Un passaggio accolto con più compostezza, segnale che, seppur con visioni diverse, qualche terreno comune può ancora esistere.

Lo sguardo rivolto a Gaza e alla Flotilla

Non solo Ucraina. Schlein ha voluto soffermarsi anche su un’altra questione internazionale: la partenza della Flotilla dalla Sicilia con destinazione Gaza, evento che ha riacceso il dibattito sull’embargo israeliano. Con tono deciso e sentito, ha dichiarato: “Auguriamo buona navigazione alla Global Sumud Flottilla che sta salpando in queste ore. È essenziale che i governi europei garantiscano la sicurezza dell’imbarcazione, impegnata nel tentativo di rompere il blocco illegittimo imposto da Netanyahu”.

Una presa di posizione netta, che ha spostato il registro del discorso e raccolto consensi nella sala.

Accuse al governo Meloni e appello all’Europa

Schlein ha poi indirizzato critiche severe all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, accusandolo di immobilismo di fronte a crisi umanitarie e internazionali: “Stanno facendo quello che sarebbe spettato all’Italia e all’Unione Europea”. Parole che confermano la sua linea incisiva in politica estera, spesso in contrasto con quella dominante.

L’unità del centrosinistra passa anche dal Medio Oriente

Nel finale, la leader del Pd ha richiamato la recente cooperazione con altre forze progressiste, come il M5S e Alleanza Verdi e Sinistra, sul dossier palestinese. “Abbiamo lavorato insieme per una mozione che chiedeva sanzioni contro il governo israeliano e il riconoscimento dello Stato palestinese”, ha sottolineato, evidenziando anche il successo della mobilitazione pubblica a sostegno di Gaza.

Un messaggio chiaro: solo con una voce unitaria il fronte progressista può avere un impatto concreto nelle sfide globali più complesse.

Tra consensi e critiche, un ritratto autentico

La serata si è chiusa con un’immagine emblematica: una figura politica che non teme il confronto, determinata a difendere le proprie idee, anche quando queste generano polemiche. Elly Schlein ha dimostrato ancora una volta di voler guidare il cambiamento, consapevole delle fratture interne e delle difficoltà di un’area politica che cerca ancora una sua coesione piena.

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