x

Advertisement

Dal palco un grido accorato: “La gente muore, salperei per Gaza”

Un gesto simbolico che va oltre la musica

Advertisement

“Se avessi una barca, partirei oggi stesso per Gaza. Ci metterei tempo, certo, perché non ho i mezzi delle istituzioni, ma lo farei. Perché sento di avere il diritto di navigare in acque internazionali”. Con queste parole, pronunciate durante la presentazione del suo nuovo album lo scorso 3 ottobre, una delle voci più intense del panorama musicale italiano ha scelto di rompere il silenzio sul dramma in Medio Oriente.

Il nuovo progetto discografico è interamente in dialetto siciliano, ma è stato un altro tipo di linguaggio – quello civile e politico – a prendersi la scena.

Carmen Consoli, tra note e impegno sociale

È stata Carmen Consoli, durante l’evento di lancio del suo disco “Amuri Luci”, a esprimere con forza il suo punto di vista su quanto sta accadendo a Gaza. “Per me fare politica significa essere parte attiva di una comunità, in modo etico”, ha affermato. “Prenderei la mia barca, ferma ad Aci Trezza, e andrei laggiù. Nonostante tutto. Ci avevano detto che due giorni sarebbero bastati per mandare gli aiuti, e sono passati due anni. E intanto si continua a morire”.

Le sue dichiarazioni si collocano in un contesto di crescente mobilitazione nel mondo artistico italiano, dove sempre più voci si alzano per condannare l’indifferenza e invocare un intervento umanitario.

Emozioni e testimonianze familiari

La cantautrice ha anche raccontato di aver seguito con intensa partecipazione le notizie più recenti: “Sono rimasta sveglia fino alle quattro del mattino per guardare i notiziari che mostravano le proteste di ieri notte. Mi sono commossa”. E con orgoglio ha aggiunto: “Mio figlio, a Catania, è sceso in piazza con la kefiah e la bandiera. Sono fiera di lui”.

Critiche dirette e schiette al potere

Consoli non ha risparmiato parole forti nemmeno nei confronti della politica. “Netanyahu non è adatto al ruolo che ricopre: rispondere al terrore con altro terrore non è la soluzione. La logica dell’occhio per occhio non porta da nessuna parte, serve diplomazia, non massacri giustificati dal profitto”.

Nemmeno la sinistra italiana è stata risparmiata: “Mi addolora vederla incapace di unirsi. Vorrei mettermi nei panni di una maestra e dire: ‘bambini, smettetela di litigare!’”.

Una presa di coscienza collettiva

Anche altri nomi noti dello spettacolo si stanno schierando. Durante l’apertura del suo tour a Conegliano, Marco Mengoni ha rivolto un pensiero al popolo palestinese, dichiarando: “Chi ha lavorato con me a questo spettacolo si oppone al genocidio e ad ogni violenza nel mondo”.

E non sono stati gli unici. Ghali, Clementino e altri esponenti della scena rap hanno lanciato appelli ai colleghi, chiedendo loro di rompere il silenzio e di esporsi apertamente su ciò che accade nella Striscia di Gaza.

Le parole di Carmen Consoli giungono a ridosso della richiesta di Elisa, rivolta direttamente alla premier Giorgia Meloni, affinché si permetta alla Flottiglia di inviare aiuti umanitari verso Gaza.

CONDIVIDI ☞