Durante l’ultima puntata di Quarta Repubblica, la tensione è salita alle stelle. Alessandro Sallusti e Ginevra Bompiani sono stati i protagonisti di un acceso dibattito, che ha acceso i riflettori sulla trasmissione televisiva.
Un dibattito infuocato
“Mieli è uno storico e ben conosce i trabocchetti della storia, tra i quali sicuramente c’è che reprimere delle libertà, alimenta libertà. – interviene ad un certo punto Sallusti dicendosi contrario alle manifestazioni pro Palestina – Però è anche un intellettuale e come tutti gli intellettuali ragiona in teoria e non in pratica. E io non vorrei vivere in un Paese in cui possa esserci una manifestazione che esalti l’olocausto o un Paese dove possa esserci una manifestazione che esalti la pedofilia, per quanto siano libertà. Io credo che le libertà vadano ad un certo punto compresse per l’interesse generale, non per l’illiberalismo. Ma perché una comunità ha regole e principi dentro i quali, sia pure a maglia larga, bisogna stare perché sennò da quella comunità si esce.”
“Intanto il signor Sallusti dimentica che i suoi padri spirituali verso l’olocausto non avevano atteggiamenti così appassionati”, lo provoca così Bompiani. “Io non ho padri spirituali. Io non la diffido in senso giuridico, le dico che è stupida. Non la querelo ma le dico questo. Io ho padri spirituali? Ma che ca**o dice? Cosa sa di me signora?”, risponde Sallusti.
La scrittrice Bompiani rimane però impassibile di fronte a questi violenti insulti e replica: “So che è uno di estrema destra”. “Lei è stupida, semplicemente questo”, ribatte Sallusti. Il conduttore Nicola Porro interviene per redarguire la Bompiani: “Stiamo parlando di attentati, cose serie, è una cosa sgradevole. Non si possono dire certe cose”. Ma la scrittrice tiene il punto: “Lui mi offende ogni volta che ci vediamo […] Non si faccia campione dell’olocausto allora, parliamone seriamente”. Sallusti allora non regge più e sbotta: “Ma stia a casa a fare la calza”.
Lo scontro tra Sallusti e Bompiani rimarrà impresso, un dibattito acceso che riflette la polarizzazione dell’opinione pubblica attuale.