Quali cartelle saranno annullate e dopo quanti anni: le novità da sapere
Dopo le modifiche fiscali, il governo ha deciso di affrontare anche la questione delle cartelle esattoriali. Questo significa che verranno introdotte nuove regole per il recupero dei debiti fiscali pregressi, con l’intento di rendere il processo più flessibile per i contribuenti. Vediamo nel dettaglio quali sono i cambiamenti previsti da questa riforma.
Un’enorme mole di debiti non saldati
Prima di addentrarci nei dettagli delle novità, è importante comprendere l’entità del problema che il governo sta affrontando. Attualmente, il totale dei debiti fiscali ammonta a circa 1200 miliardi di euro, una cifra impressionante. Tuttavia, la maggior parte di questi debiti, circa il 90%, è considerata praticamente irrecuperabile.
Questo perché riguarda situazioni in cui i debitori sono deceduti, le aziende sono fallite, o si tratta di soggetti insolventi nei confronti dei quali le procedure di recupero non hanno avuto successo. Di conseguenza, restano da recuperare circa 100 miliardi di euro, anche se la maggior parte di questi debiti risale a più di 10 anni fa e le probabilità di riscuotere tali somme sono piuttosto basse.
Per affrontare questa situazione, è stata istituita una commissione dedicata a trovare soluzioni per ridurre il numero di cartelle non riscosse. La commissione dovrà analizzare i debiti accumulati tra il 2000 e il 2010 entro il 31 dicembre 2025, quelli dal 2011 al 2017 entro il 31 dicembre 2027, e infine quelli dal 2018 al 2024 entro il 31 dicembre 2031.
Annullamento delle cartelle dopo 5 anni
Una delle principali novità introdotte dalla riforma riguarda la possibilità di “annullare” automaticamente le cartelle non riscosse dopo 5 anni. Questo significa che se un debito rimane insoluto per questo periodo di tempo, potrebbe essere eliminato dal sistema di riscossione. Tuttavia, l’ente creditore ha diverse opzioni per tentare di recuperare il debito anche prima di questo termine. Può gestire direttamente il recupero del debito, affidarlo a soggetti privati tramite un’asta pubblica o riaffidarlo all’Agenzia delle Entrate per 2 anni nel caso in cui emergano nuove informazioni significative sul reddito del debitore.
Inoltre, è possibile l’annullamento anticipato delle cartelle in determinate circostanze, come ad esempio nel caso di fallimento o liquidazione giudiziale del debitore, o quando non ci sono beni da aggredire per il recupero del debito.
Più rate per saldare i debiti con il Fisco
La riforma prevede anche un aumento del numero di rate mensili per il pagamento dei debiti fiscali. Invece delle attuali 72 rate, i contribuenti avranno la possibilità di dilazionare il pagamento in circa 120 rate mensili. Questa opzione è disponibile per coloro che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà finanziaria. La quantità di rate varia a seconda dell’importo del debito e della documentazione fornita.
Per coloro che documentano la propria difficoltà finanziaria, e devono al Fisco più di 120mila euro, è prevista la possibilità di rateizzare il debito in un massimo di 120 rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta.
Sebbene l’allungamento delle rate per il pagamento dei debiti fiscali offra maggiore flessibilità ai contribuenti, è importante considerare anche l’impatto finanziario per lo Stato. Si stima che questa misura comporterà una riduzione delle entrate statali di circa 2,5 miliardi di euro in 12 anni, con un recupero graduale nel corso del tempo.