Chiara Ferragni, la celebre imprenditrice digitale, è al centro delle polemiche per il suo recente ingresso su Telegram. Mentre solo commenti positivi sono permessi nel nuovo canale della Ferragni, le critiche sono automaticamente cancellate. Questo nuovo passo della Ferragni sembra essere un altro scivolone nella sua recente serie di errori, nonostante gli sforzi per migliorare la sua strategia di comunicazione dopo il caso Balocco.
L’Ultimo Passo di Chiara Ferragni
Dopo aver dominato piattaforme come Instagram e TikTok, Chiara Ferragni ha deciso di ampliare la sua presenza sui social aprendo un canale su Telegram chiamato “Chiara’s Most Loyal” il 15 marzo 2024. Nonostante l’iniziale entusiasmo e i primi commenti della Ferragni stessa, che si è definita “rincog***nita” nell’utilizzo del nuovo social, presto sono sorte polemiche.
Le Critiche Autocancellate: Un Dibattito Sulla Libertà di Espressione
La controversia principale riguarda la politica del canale riguardante i commenti. È emerso che solo i commenti positivi sono ammessi, mentre quelli critici vengono automaticamente eliminati. Questa politica ha sollevato domande riguardo alla costruzione del consenso da parte della Ferragni. Serena Mazzini, conosciuta come Serena Doe, ha evidenziato questo fenomeno attraverso le sue storie su Instagram, mostrando come le parole negative vengano cancellate istantaneamente nel gruppo Telegram della Ferragni.
Chiara Ferragni, perchè gli hater non hanno diritto di parola?
Il dibattito che ne è scaturito ruota attorno alla volontà della Ferragni di guidare la narrazione e alla questione della libertà di espressione. Mentre i sostenitori della Ferragni possono liberamente esprimere ammirazione nel canale, coloro che hanno critiche costruttive sono esclusi. Questo solleva interrogativi sull’autenticità dell’interazione e sulla vera natura della comunità online della Ferragni.
E voi, quale è la vostra opinione su questa situazione? La politica dei commenti della Ferragni rappresenta un’opportunità di costruire una comunità positiva o mina la libertà di espressione?