Il destino dell’orsa JJ4, responsabile della morte del runner Andrea Papi, sembrerebbe ormai scritto malgrado l’opposizione da parte di molte voci che hanno animato il dibattito che ha chiamato a raccolta l’opinione pubblica. Per ora si prende tempo sull’abbattimento dell’esemplare identificato geneticamente come l’aggressore che ha aggredito che ha provocato la morte di Papi, ma anche di aver in passato aggredito altre volte gli esseri umani, il caso deve essere risolto dalla Commissione Europea.
Secondo la direttiva europea Habitat spetta alle autorità nazionali deliberare sull’eventuale abbattimento di esemplari di specie protette in base a motivazioni imprescindibili, tra cui la sicurezza pubblica, un appunto condiviso dal portavoce della Commissione Ue, che si è espresso sul caso dell’orsa JJ4.
“Le autorità degli Stati membri responsabili della gestione della fauna selvatica dispongono degli strumenti adeguati per valutare ogni singolo caso e adottare misure preventive o reattive appropriate. La legislazione dell’Ue sulla natura offre alle autorità nazionali un quadro di riferimento per garantire sia la sicurezza delle persone che la conservazione delle specie selvatiche protette”.
“Le misure pertinenti comprendono la sensibilizzazione e l’informazione delle persone che entrano nelle aree frequentate dagli orsi; la corretta gestione dei rifiuti e la rimozione degli attrattori alimentari per gli orsi; squadre di emergenza specializzate per affrontare tempestivamente gli esemplari problematici che mostrano un comportamento potenzialmente pericoloso. La coesistenza con i grandi carnivori si è dimostrata possibile” – questo quanto riferito dal portavoce.
Nel corso del suo intervento non solo ha rivolto le condoglianze ai familiari del runner 26enne aggredito a morte dall’orsa JJ4 ma ha anche ribadito l’intenzione di tutelare una convivenza pacifica uomo-animale precisando i punti centrali: “Ma richiede misure precauzionali ed è un processo continuo per garantire la sicurezza delle persone e la protezione dei mezzi di sussistenza. La Commissione ha sempre sostenuto gli Stati membri nei loro sforzi per migliorare lo stato di conservazione dei grandi carnivori protetti, garantendo al contempo la coesistenza con l’uomo e il bestiame”.
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