Il silenzio di una comunità spezzata
Nella chiesa di Igea Marina il silenzio era quasi tangibile, carico di commozione, quando la bara di Evan Delogu ha fatto il suo ingresso. Familiari, amici, conoscenti: in tanti si sono stretti intorno al dolore della famiglia per salutare il diciottenne tragicamente scomparso in un incidente stradale. La cerimonia, celebrata secondo il rito ortodosso, si è svolta tra il profumo delicato dei fiori bianchi e la voce bassa del sacerdote che accompagnava il rito con i suoi canti solenni.
Ai lati del feretro, la madre, il padre Walter e le sorelle Andrea e Barbara hanno vissuto il momento con una forza commossa, trattenendo a stento le lacrime nell’ultimo saluto al loro Evan.
Le parole che hanno rotto il silenzio
Il prete, visibilmente toccato, ha rivolto un pensiero profondo alla famiglia: “Aiutava suo padre quaggiù, adesso sarà d’aiuto a Dio lassù”. Un’espressione che ha spezzato la quiete della chiesa e dato il via a un lungo applauso, segno di un dolore condiviso. Pochi istanti dopo, una sirena ha squarciato l’aria: era l’omaggio del 118, un gesto del padre volontario del soccorso, che ha voluto così salutare suo figlio con quel suono simbolo di speranza e intervento.
Andrea Delogu, circondata dall’affetto
Tra le figure vicine alla famiglia, non sono mancati volti noti, soprattutto accanto ad Andrea Delogu, la sorella maggiore di Evan. Provata nel profondo, Andrea è stata vista piangere, stretta alla mano dell’inseparabile Ema Stokholma, sempre al suo fianco. Presente anche Nikita Perotti, il ballerino che danza con lei a “Ballando con le Stelle”, venuto per sostenerla in questo momento così doloroso. Nelle ore precedenti, anche Milly Carlucci le aveva fatto arrivare parole di affetto e vicinanza in diretta televisiva, parlando a nome di tutta la squadra del programma.
Il ricordo degli amici e quel gesto simbolico
All’esterno del luogo sacro, un gruppo di giovani teneva in mano fiori bianchi e un grande cartello con l’immagine della moto tanto amata da Evan, la stessa che ha segnato tragicamente il suo destino. Erano i compagni dell’Istituto Alberghiero di Rimini, che lo ricordano come un ragazzo pieno di vita, generoso e appassionato di motori. “Sembra impossibile”, ha mormorato uno di loro. Il padre, devastato, ha confessato il desiderio di vendere la moto del figlio: “Non riesco nemmeno a guardarla”.
Un addio che unisce terra e cielo
La funzione si è conclusa con un rito denso di significato: secondo la consuetudine ortodossa, è stato spezzato un dolce e condiviso un bicchiere di vino, simbolo di un legame che non si interrompe nemmeno con la morte. Un gesto di comunione, che ha avvolto tutti i presenti in un sentimento collettivo di amore e fede.
Una cerimonia sobria ma intensa, in cui le parole e i silenzi hanno parlato con la stessa forza. Andrea, sostenuta dagli affetti più sinceri, ha rivolto gli occhi al cielo per l’ultimo saluto a suo fratello, mentre i canti della comunità e il suono di quella sirena sembravano cucire insieme terra e cielo, dolore e speranza.

