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Alberto Zangrillo, nessun allarmismo: “Folla nei pronto soccorsi a causa del Covid? Si deve dire la verità agli italiani”

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Alberto Zangrillo, primario dell’Ospedale San Raffaele di Milano ha spiegato l’attuale situazione negli ospedali e nei pronto soccorsi a causa del Covid.

E rispetto alle notizie allarmanti, legate all’alto numero dei contagi di questa seconda ondata, ha fatto un bilancio non fosco.

Il professor Zangrillo intervenuto a La Vita in diretta, ha rettificato lo scenario allarmante lanciato da tutti coloro che hanno interpretato l’aumento delle chiamate al 118 come un aggravarsi dell’emergenza sanitaria.

Le sue dichiarazione sono diverse da quello che di solito si sta ascoltando in queste settimane. In particolare Alberto Zangrillo ha ribadito che non c’è uno scenario così disastroso nei pronto soccorsi.

Queste le parole del professore:

“Folla nei pronto soccorso? Il 60% dei malati viene dimesso entro le 10 ore, sono i cosiddetti codici verdi. Non c’è in questo momento il disastro, dobbiamo tutti fare la nostra parte”.

Inoltre il primario ha ribadito che è importante prendersi le proprie responsabilità e fare la propria parte per limitare la diffusione del Coronavirus.

Alberto Zangrillo Folla nei pronto soccorsi?

Alberto Zangrillo spiega la situazione negli ospedali e nei pronto soccorsi a causa del Covid

Nelle sue parole si delinea uno scenario non critico, rispetto a quello che si potrebbe ipotizzare vista la risalita dei contagi.

Il professor Zangrillo ha illustrato i dati sui malati Covid:

“C’è un dato ed è quello più importante: il 65% delle persone che si presentano nei nostri pronto soccorso vengono dimesse entro le 9 ore.

Forse la mia età non più ‘verde’ mi permette di avere una visione un po’ più d’insieme, e quindi di cercare di raccontare la verità senza eccedere né nell’ottimismo né nel catastrofismo.

La realtà che osservo è quella di una situazione ben gestita dalle Regioni di riferimento, in cui si sarebbe potuto fare meglio e di più sul territorio”.

Inoltre ha rilevato la buona reazione da parte del sistema intraospedaliero che interviene per prima cosa suddividendo i malati in base ai sintomi.

A tal proposito il dottore ha sottolineato che attualmente coloro che hanno bisogno di cure intensive sono una minoranza rispetto ai casi di marzo-aprile.

Ecco cosa ha detto Alberto Zangrillo sui pazienti Covid di questa seconda ondata:

“[…] Non dico che non ci siano malati in terapia intensiva e che non vi saranno, però quella curva esponenziale che terrorizza per il momento non c’è”.

Contro ogni tipo di allarmismo, secondo Alberto Zangrillo, è il momento di dare qualche parola di ottimismo agli italiani.

Per il primario è importante far capire che questa patologia può essere curata tempestivamente a domicilio, e che si devono proteggere soprattutto le categorie fragili.

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