La plateale proposta di matrimonio fatta da Alessandro Basciano a Sophie Codegoni durante la Mostra di Venezia, ha spinto Alessio Vassallo ad unirsi al coro delle proteste all’indirizzo dell’esibizionismo di chi non perde occasione di mettersi in primo piano noncurante di tutto e tutti. Chiedere la mano in modo ostentato su un red carpet di una kermesse cinematografica di prestigio non è stata una scena romantica secondo il parere prevalente sul web.
Ecco perché in rete tanti hanno protestato contro i Basciagoni, accusati di aver voluto spettacolarizzare un fatto privato solo per rubare la scena, e fa parlare di sé l’opinione pubblica. Una tesi condivisa dall’attore palermitano, Alessio Vassallo, protagonista tra i suoi ultimi lavori di “Sopravvissuti”. L’attore ha parlato su Instagram di quanto andato in scena durante la 79° Mostra del cinema di Venezia, non sorvolando sul grande disappunto provato: “Non so chi siano. O meglio adesso lo so. Grazie a Repubblica. GF Vip. Ma perché non viene creato un festival apposta per sti fenomeni da baraccone?”.
Alessio Vassallo proseguendo una severa dissertazione contro Alessandro Basciano a Sophie Codegoni ha commentato: “E finitela con sti c*zzo di brand. Eh ma il brand eh ma il brand. Ci siamo ridotti ad essere schiavi di una borsetta o di una scarpetta del c*zzo. Mettendo in secondo piano i film!
E basta con tutti sti moralisti… questi sono fenomeni da baraccone. Punto. E stiamo prendendo una deriva pericolosa. Sarebbe da non presentare più i film e far andare solo sta gente qui. Che non ha nulla da raccontare nulla. Se non mortificare la propria vita privata pur di avere 5 minuti di notorietà. È quello che accade nei reality e nei social. Gente che pur di apparire mette in mezzo la madre, il padre, la malattia, le ascelle…perché altro da raccontare non c’è”.
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Nello sfogo affidato al profilo Instagram Alessio Vassallo ha poi affrontato un tema più serio spostando l’attenzione sul cinema e recitazione: “[…] Ragazzi, a noi sta gente non toglie nulla perché il mio studio, il mio sacrificio, il mio lavoro, quello resta. Per fortuna lavoro e alcune volte non ho neanche il tempo di promuovere quello che faccio. Mi è capitato di avere dei film in alcuni Festival dove io non sono potuto andare e c’erano ‘questi’ a farsi le foto. Quindi a me personalmente non tolgono nulla. Ho la mia visibilità, ho la mia stampa, non è quello il problema.
Il problema è che questi fenomeni da baraccone sviliscono un posto sacro come Venezia. Un posto fatto di storia, di immagini, di rivoluzioni. E il nostro settore, la nostra categoria è silentemente complice perché siamo schiavi di quattro, cinque borsette del c*zzo”.
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