Sulla vita di Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana che a soli 18 mesi è morta di stenti perché abbandonata per giorni da sola in casa, sono emersi dei retroscena incresciosi. Tenendo conto delle testimonianze raccolte e rese note dal capo della squadra mobile Marco Calì in tribunale, la donna accusata di omicidio volontario e pluriaggravato conduceva una vita dissoluta e poco si curava della figlia.
Dopo circa un anno dalla morte della piccola Diana è iniziato il processo contro Alessia Pifferi, e nell’aula del tribunale di Milano è emersa una terribile verità: la donna conduceva uno stile di vita che non poteva permettersi, ed inoltre aveva detto delle bugie sul battesimo della bambina che si sarebbe svolto l’estate scorsa.
Da quanto riferito dal capo della squadra mobile Marco Calì, che ha fornito in aula la sua testimonianza alla presenza dei pm Rosaria Stagnaro e Francesco De Tomasi, la posizione della donna si sarebbe ulteriormente aggravata: Alessia Pifferi diceva di non aver i soldi per festeggiare il battesimo della piccola ed invece conduceva una vita oltre le possibilità economiche nel nome del lusso.
Alessia Pifferi pare infatti che abbia speso centinaia di euro per viaggi in taxi, per raggiungere il suo compagno, oltre ad aver noleggiato una limousine di lusso dal costo di più di 500 euro per puro piacere. Per condurre uno stile di vita agiato e dedito ai vizi, la donna era solita fare incontri a pagamento con uomini, mentre la piccola Diana veniva lasciata da sola a casa.
Dalla ricostruzione fatta dagli investigatori, Alessia Pifferi nell’arco del periodo di tempo compreso tra il 14 ed il 20 luglio 2022 si è spostata diverse volte dalla sua abitazione sita in via Parea a Milano a Leffe, dove abitava il suo compagno, la donna spendeva mediamente 300 euro per raggiungere ogni volta la provincia di Bergamo.
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In più ha sborsato 536 euro per noleggiare una limousine, giustificando il tutto, secondo quanto testimoniato da una sua amica, con la scusa di voler festeggiare il battesimo della figlia, che però non si è mai celebrato. Invece la donna l’aveva noleggiata per rientrare a Milano concedendosi un viaggio di lusso perché era solita condurre un tenore di vita più alto rispetto alle sue reali possibilità. Analizzando il traffico del suo telefonino e le chat è emerso che per potersi permettere questo stile di vita agiato, la mamma della piccola Diana incontrava spesso uomini a pagamento.
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