A soli vent’anni, Cristian Totti sembra aver messo da parte definitivamente il sogno di diventare un calciatore professionista. Figlio dell’iconico capitano della Roma, Francesco Totti, e della showgirl Ilary Blasi, Cristian ha deciso di non proseguire oltre con il pallone giocato. Dopo anni trascorsi nei settori giovanili e in diverse squadre minori, ha scelto di prendere una direzione diversa, pur restando vicino all’ambiente sportivo.
Cristian entra ufficialmente nello staff della Totti Soccer School, l’accademia calcistica fondata da suo padre e attualmente gestita da Riccardo Totti, fratello maggiore dell’ex campione giallorosso. Una realtà ben radicata nel panorama sportivo romano, che negli anni ha aiutato a formare centinaia di giovani promesse.
L’annuncio è arrivato tramite le parole del direttore generale Claudio D’Ulisse, che ha accolto con entusiasmo l’ingresso del giovane: “Sono felice di lavorare al fianco di una persona così giovane. Sono certo che saprà portare un valore aggiunto a tutto tondo. Inoltre, è un altro sguardo importante della famiglia Totti all’interno della nostra struttura”.
La carriera da calciatore di Cristian, partita con grandi aspettative, non è mai decollata del tutto. Dopo gli anni nel vivaio della Roma, non è riuscito a trovare una posizione stabile da titolare. In seguito ha indossato le maglie del Frosinone, del Rayo Vallecano in Spagna, dell’Avezzano e infine dell’Olbia in Serie C, dove è stato allenato da Marco Amelia. Proprio l’esperienza in Sardegna ha segnato un momento critico, con critiche che hanno colpito anche la sua condizione fisica.
Da tempo si vociferava che Cristian stesse valutando un percorso diverso, e ora questa ipotesi trova conferma. Attualmente svincolato, ha deciso di iniziare una nuova fase, questa volta dietro le quinte. Entrare nello staff gestionale della scuola calcio di famiglia rappresenta un nuovo inizio, un modo per restare nel mondo dello sport ma con un ruolo più strategico, forse più in sintonia con le sue attitudini.
Resta da vedere se questa esperienza sarà solo temporanea o l’inizio di una carriera più solida fuori dal campo, magari da allenatore o dirigente. Una cosa è certa: portare un cognome tanto illustre comporta pressioni e aspettative difficili da gestire. Ma forse, lontano dai riflettori e immerso in un ambiente familiare, Cristian potrà finalmente trovare la sua strada e la sua realizzazione personale.
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