In un video recentemente pubblicato su Instagram, Vladimir Luxuria ha preso posizione riguardo le voci che circondano Imane Khelif, l’atleta algerina che oggi affronterà l’italiana Angela Carini alle Olimpiadi di Parigi 2024. Angela Carini, d’altro canto, ha fatto una scelta difficile durante il suo incontro con la pugile algerina Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi.
Dopo pochi scambi, Carini ha deciso di non proseguire il match, citando un dolore insopportabile al naso causato da un colpo ricevuto. Con il verdetto ufficiale dei giudici che validava la sua decisione, l’atleta italiana si è inginocchiata sul ring, visibilmente commossa, e ha espresso il suo dolore: “Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e ho dovuto dire basta.” Ma la polemica non si placa: contrariamente a quanto diffuso da alcune fonti, Luxuria ha smentito che Khelif sia una boxeur trans, insistendo sul fatto che la pugile sia nata donna. Questa dichiarazione arriva in un momento di grande attenzione mediatica, dato che Khelif è stata esclusa dai mondiali precedenti a causa di un livello elevato di testosterone e di presunti cromosomi maschili rilevati durante un test del DNA. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che non riconosce l’International Boxing Association come autorità, ha tuttavia confermato l’ammissibilità di Khelif ai giochi, avvalorando la sua partecipazione.
Luxuria ha espressamente dichiarato nel suo video che le speculazioni sulla transessualità di Khelif sono infondate e ha criticato la disinformazione e l’uso improprio delle notizie per alimentare pregiudizi. “Non fatevi prendere per i fondelli” ha esortato Luxuria, aggiungendo che, dopo un’accurata verifica delle informazioni, ha scoperto la realtà dei fatti. Ha anche affrontato la questione della lealtà sportiva e dell’inclusione, sottolineando l’importanza di valutare ogni atleta su base individuale senza discriminazioni. L’approccio del CIO è descritto come rigoroso e attento, considerando vari fattori fisici e biologici per garantire una competizione equa, indipendentemente dal genere degli atleti.
Concludendo il suo intervento, Luxuria ha lanciato un appello contro la disinformazione e l’uso manipolativo delle notizie che coinvolgono la comunità LGBTQ+. Ha criticato duramente coloro che diffondono notizie false per scopi politici o per incitare l’odio, richiamando casi passati come quello di Caster Semenya per illustrare come alcune donne naturalmente presentino livelli più alti di testosterone. Luxuria ha poi lamentato l’uso frequente di immagini e messaggi provocatori che non fanno altro che alimentare stereotipi dannosi e discriminazione. Con forte emotività, ha chiesto maggiore attenzione e rispetto per le questioni che riguardano la comunità transgender, criticando l’atteggiamento di chi utilizza tali questioni per scopi divisivi piuttosto che per promuovere comprensione e inclusione.
Subito dopo il ritiro dal match, Carini ha spiegato ai giornalisti e ai tifosi che il dolore al naso era diventato insostenibile, impedendole di continuare. “Mi faceva troppo male il naso, non potevo andare avanti e mi sono detta che dovevo fermarmi,” ha detto l’azzurra, aggiungendo che avrebbe potuto essere il match della sua vita.
La decisione di fermarsi non è stata facile, ma ha riflettuto una maturità e una consapevolezza di sé che va oltre la semplice competizione sportiva. “Esco a testa alta,” ha dichiarato, sottolineando la sua integrità e il coraggio di ascoltare il proprio corpo in un momento critico.
La decisione di Carini di ritirarsi dal ring non diminuisce il valore della sua carriera, ricca di competizioni nazionali e di allenamenti intensi, anche contro avversari maschili, come il fratello Antonio, anch’esso pugile. Questo episodio ha mostrato non solo la vulnerabilità di un atleta di fronte al dolore fisico ma anche la sua forza nel riconoscere i propri limiti. “Ho disputato tanti match in nazionale e ho fatto i guanti tante volte anche con uomini, ma oggi ho sentito troppo dolore” ha condiviso, evidenziando la durezza e la complessità dello sport che pratica.
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