Una protesta personale da parte di una giovane calciatrice si è messa in scena su un campo di calcio spagnolo, nel corso del minuto di silenzio in onore di Maradona.
Così la protesta silenziosa di Paula Dapena, calciatrice 24enne, è diventata sonora facendo notizia in tutto il mondo.
La giovane si è rifiutata di aderire al minuto di silenzio in ricordo di Diego Armando Maradona, attirando su di sé l’attenzione dei media locali e non solo.
La vicenda si è verificata durante un’amichevole di calcio femminile organizzata in un campo di calcio a La Coruña, in Spagna, dove si sono sfidate le squadre del Deportivo Abanca e del Viajes Interrias FF.
Prima del fischio di inizio si è tributato un minuto di silenzio per Maradona, ed a sorpresa la calciatrice, impegnata nelle battaglie femministe, come forma di protesta si è seduta a terra con le spalle rivolte verso la tribuna.
Un gesto tacciato come irrispettoso che ha subito scatenato critiche contro la giovane, che in seguito ha spiegato le sue motivazioni.
Intervistata dai media locali, la calciatrice ha rivelato il perché del suo diniego al minuto di silenzio:
“Mi sono rifiutata di mantenere quel minuto di silenzio per una persona che definisco stupratore, pedofilo e molestatore e ho deciso di sedermi sul campo voltando le spalle. Ecco perché l’ho fatto”.
Inoltre la giovane calciatrice ha spiegato che erano passati solo pochi giorni dal 25 novembre, La Giornata contro la violenza sulle donne, e non le sembrava giusto.
Paula Dapena a tal proposito ha infatti ribadito:
“Per le vittime di violenza non è stato osservato un solo minuto di silenzio, quindi, ovviamente, non ero disposta a osservarlo per un aggressore e non per le vittime”.
Il suo disappunto si è indirizzato nei confronti del Maradona uomo come la stessa calciatrice ha ammesso sottolineando: “Aveva un dono calcistico spettacolare”.
La giovane calciatrice ha infine motivato il suo rifiuto di fare il minuto di silenzio per Maradona asserendo:
“Per essere un grande giocatore devi essere anche un grande uomo e lui non lo è mai stato.
Sia che abbia segnato goal o vinto una Coppa del Mondo, la sua storia di abusi non può essere dimenticata”.
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