Chiara Ferragni, influencer di fama mondiale, si è trovata al centro di una controversia riguardante il “Pandoro Pink Christmas”, un prodotto natalizio griffato venduto a 9,90 euro e commercializzato da Balocco che ha chiesto la sua collaborazione. Al centro del polverone vi è una campagna promozionale travisata a cui hanno fatto eco sanzioni dell’Antitrust ed implicazioni per i consumatori e le organizzazioni coinvolte.
Il messaggio promozionale associato al “Pandoro Pink Christmas”, sosteneva che l’acquisto di questo pandoro avrebbe contribuito ad una nobile causa: una donazione per l’acquisto di un macchinario terapeutico per bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Alla fine si è scoperto che le cose non sono andate come promesso sebbene il macchinario sia stato comunque donato alla struttura ospedaliera, di fatto la promessa fatta ai consumatori era che l’acquisto del pandoro avrebbero contribuito ad una donazione per acquistare lo strumento medico per le cure terapeutiche.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha imposto sanzioni per più di un milione di euro a Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., società che gestiscono i marchi ed i diritti di Chiara Ferragni, e anche a Balocco S.p.A. Industria Dolciaria, per una pratica commerciale scorretta. Le società legate a Ferragni sono state multate rispettivamente per 400 mila euro e 675 mila euro, mentre Balocco per 420 mila euro. questo perché Balocco aveva donato 50mila euro all’ospedale invece della somma derivante dalla vendita dei pandori mentre le società del’influencer non hanno versato alcuna somma e qui si celerebbe un inganno vero e proprio verso i consumatori.
Questo perché il nucleo del problema consiste nella comunicazione ai consumatori: l’Antitrust ha rilevato che le società avevano indotto a credere che l’acquisto del pandoro contribuisse a una donazione per l’ospedale. In realtà, la donazione di 50 mila euro era stata già effettuata da Balocco mesi prima, e le società di Ferragni non avevano contribuito ulteriormente. Questa circostanza è stata considerata dall’Antitrust un inganno per i consumatori. Nonostante ciò, le società hanno guadagnato oltre un milione di euro dalla vendita dei pandori, senza versare nulla all’ospedale.
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