Selvaggia Lucarelli, nota giornalista e opinionista, si trova al centro di una vicenda legale che ha fatto molto rumore. Il tribunale civile di Torino ha stabilito che un articolo scritto dalla Lucarelli nel 2021 sul caso Bibbiano e sullo psicologo Claudio Foti è stato diffamatorio. La sentenza, emessa dalla giudice Federica Francesca Levrino, obbliga la giornalista, insieme all’Editoriale Domani Spa e a Stefano Feltri (all’epoca direttore responsabile del quotidiano Domani), a risarcire Foti per i danni subiti.
L’articolo contestato, intitolato “La sentenza di Reggio Emilia. Bibbiano, la condanna di Foti cancella il metodo degli ’ostetrici dei ricordi”, è stato pubblicato nel novembre 2021. Al centro della questione c’era il presunto coinvolgimento di Foti, ex direttore scientifico della onlus “Hansel e Gretel”, nelle vicende di Bibbiano, una storia che ha scosso l’opinione pubblica e alimentato numerose polemiche politiche e mediatiche.
Tuttavia, Foti è stato successivamente assolto dalle accuse che gli erano state mosse. La giudice ha dichiarato che l’articolo della Lucarelli non solo riportava informazioni incomplete, ma travisava i fatti, dipingendo una rappresentazione che danneggiava l’immagine e la professionalità dello psicologo.
In base alla sentenza, la Lucarelli, Feltri e l’Editoriale Domani Spa dovranno versare un risarcimento di 25.000 euro a Claudio Foti, oltre a 5.000 euro per le spese legali. Inoltre, Selvaggia Lucarelli è stata condannata a pagare ulteriori 5.000 euro di multa. Il tribunale ha anche ordinato la rimozione dell’articolo dal sito del quotidiano.
L’avvocato di Foti, Luca Bauccio, ha commentato la sentenza definendola un importante passo verso la tutela della dignità personale e della verità. “La vicenda di Bibbiano è stata a lungo oggetto di speculazione politica e mediatica. Questa sentenza mette un punto fermo sull’importanza del rispetto delle persone e della verità”, ha dichiarato.
Per Selvaggia Lucarelli, nota per il suo stile diretto e spesso controverso, questa sentenza rappresenta un duro colpo. Il caso solleva interrogativi sul confine tra la libertà di stampa e la responsabilità nel riportare fatti delicati, soprattutto quando sono in gioco la reputazione e la vita professionale delle persone coinvolte.
Il caso Bibbiano, che ha già attirato un’enorme attenzione mediatica negli ultimi anni, continua quindi a far discutere, ma stavolta il dibattito si sposta sull’importanza di un giornalismo accurato e rispettoso della verità.
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