Il Coronavirus è cambiato? È quanto sostiene un team di ricercatori. Il ceppo europeo, secondo il loro parere, è mutevole e molto più contagioso di quello esploso in Cina.
Una notizia inquietante quella che arriva dal mondo della ricerca e della medicina: il Covid-19 è cambiato e continua la sua mutazione.
Il ceppo europeo infatti, secondo i ricercatori, non sarebbe lo stesso che ha infettato la Cina e la zona di Whuan, ma avrebbe cambiato la sua natura. Diventando, oltretutto, più violento e con una capacità di contagio maggiore rispetto ai suoi esordi sul suolo cinese.
La colpa di tutto questo, affermano i ricercatori, sarebbe imputabile all’enzima polimerasi, quello che rende il Coronavirus instabile e, per questo, di difficile individuazione.
La scoperta, scrive La Repubblica, pubblicata sulla sulla rivista Journal of Translational Medicine, si deve al magnifico lavoro di ricercatori americani ed italiani.
L’equipe dell’Area di ricerca di Trieste, insieme ai colleghi del Maryland, ha stabilito che la lettura del Rna, lettera per lettera, mostrava variazioni significative.
I ricercatori sono arrivati addirittura a stabilire una data precisa ed un’area nella quale questa mutazione è stata più significativa.
“Nel nostro database, come hanno scritto sulla rivista Journal of Translational Medicine, la prima comparsa di questa mutazione è del 9 febbraio in Gran Bretagna, quando un drammatico incremento dei pazienti infettati in Europa viene registrato dall’Oms”.
È il materiale genetico del Covid-19 che lo rende quindi così mutevole e pericolosamente insidioso. I Coronavirus, spiegano gli scienziati, non possiedono un Dna preciso, ma una molecola, l’Rna, deputata alla sua replicazione.
Avvengono, dicono gli esperti, degli errori ” di trascrizione” responsabili, a loro volta, di mutazioni di potenza e capacità di contagio.
“Il tasso di mutazione dei virus Rna è molto alto, fino a un milione di volte più alto di quello dei loro ospiti: questo serve al virus per adattarsi, modulando la sua virulenza”.
Scrivono questo gli scienziati, ammonendo quanti attendono risultati immediati e l’allentamento delle misure di restrizione che stiamo vivendo dagli inizi di marzo.
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