Coronavirus Lombardia. Obbligo di misurare la febbre nei supermercati. In piena emergenza sanitaria, ed in mezzo alle direttive del Governo non sempre comprensibili, dalla Lombardia arrivano misure drastiche.
È un’ordinanza della Regione a firma del governatore Attilio Fontana quella che impedisce alle persone con una temperatura di 37,5 gradi di effettuare i propri acquisti all’interno dei supermercati.
Una misura che ricorda i provvedimenti delle Autorità della Cina nel pieno del contagio, ma che hanno prodotto l’arresto della diffusione del virus.
La stretta del Governatore Fontana arriva quando le strutture sanitarie della Regione Lombardia avevano manifestato difficoltà oggettive, per i continui arrivi nei Pronto Soccorso.
Il 21 marzo dunque, il giro di vite per una regione ormai prossima al collasso sanitario.
“Si raccomanda di provvedere alla rilevazione sistematica della temperatura ai clienti presso i supermercati e le farmacie.
Oltre che ai dipendenti dei luoghi di lavoro, se aperti, e a tutti coloro che vengono intercettati dall’azione di verifica del rispetto dei divieti dalle forze dell’ordine e dalla polizia locale”, recita testualmente il testo dell’ordinanza.
Ma la regione Lombardia ha dato vita anche ad altre iniziative volte a scoraggiare i contatti sociali e le uscite immotivate
Le consegne a domicilio da parte degli operatori commerciali, soprattutto alimentari, rientrano tra quelle volute con maggior insistenza dal Governatore.
“Negozi a casa tua” è il nome della nuova misura, con la pubblicazione sul sito della Regione di quelle attività che si sono rese disponibili per recapitare a domicilio spesa e quanto necessario.
I provvedimenti attuati dalla Lombardia hanno incontrato già il sostegno e l’emulazione da parte di altre realtà.
La direzione di Eurospin di via Ostiense a Roma, Ostia e Ponte Galeria già applicava con regolarità il controllo della temperatura all’ingresso dei supermercati.
“La febbre veniva già misurata ai dipendenti, ma poi all’ispettore è venuto in mente di misurarla anche ai clienti che però non sono obbligati.
Al momento si stanno prestando tutti, ma se qualcuno si rifiuta può certamente entrare lo stesso a fare la spesa”, rende noto Marcello Tamiano, vicepresidente Cna Commercio.
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