Dopo l’esito positivo del plasma iperimmune sperimentato a Mantova su una donna incinta positiva al Coronavirus, altri 20 pazienti sono guariti con la terapia al plasma.
Anche su di loro si è riscontrato un risultato soddisfacente: hanno superato la malattia grazie alla trasfusione di plasma da persone guarite. Questo perché nel loro siero sono presenti gli anticorpi.
La notizia è stata annunciata all’Agi dall’ematologo Massimo Franchini. Che è anche primario del centro trasfusioni dell’ospedale Carlo Poma di Mantova.
Nel corso di tre settimane di sperimentazione, il personale ha verificato la reale efficacia della terapia al plasma iperimmune.
Un trattamento che offre una risposta rapida e positiva, anche sui pazienti con sintomi severi.
Ma la sua applicazione si deve attuare in modo tempestivo. Solo così i pazienti possono andare incontro ad un miglioramento significativo in breve tempo. Già dopo qualche ora oppure al massimo dopo pochi giorni.
In seguito ai risultati registrati su altri 20 pazienti guariti con la terapia al plasma, si sono acquisiti dati utili sul tipo di paziente su cui l’immunoterapia passiva funziona.
A quanto pare è efficace su chi ha una sindrome da distress respiratorio di grado medio-severo con esordio della malattia da meno di 10 giorni.
La precocità nella somministrazione della terapia al plasma è decisiva, come appurato sui pazienti guariti. Inoltre si tratta di un approccio che non ha un costo elevato.
Per quanto riguarda il plasma, non ci sono problemi di reperibilità, si preleva dai pazienti guariti. A Mantova, sono disponibili centinaia di donatori che si selezionano ogni giorno.
Si prevede che la terapia al plasma si possa usare su altri 500 pazienti. Tra cui quelli ricoverati nelle strutture lombarde, che hanno fatto richiesta di partecipare al trial clinico.
Si ipotizza che il plasma si possa utilizzare per prevenire la malattia, nelle persone più esposte al Coronavirus. Ma anche con un rischio più alto di essere contagiati, come nel caso del personale sanitario.
Grazie ai riscontri sui pazienti guariti con la terapia al plasma, si pensa che la cura potrebbe diventare uno strumento importante in caso di una possibile ondata di contagio in autunno. Quindi potrebbe fermare sul nascere nuovi focolai.
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