Coronavirus. Ha citato il Milan di Arrigo Sacchi il premier albanese Edi Rama, accompagnando i suoi “soldati in camice bianco” in partenza per l’Italia.
“Non ho mai visto vincere una guerra in difesa. Bisogna attaccare, questo è un nemico difficile, dobbiamo fare come il Milan di Arrigo Sacchi, tutti in difesa e tutti in attacco. Chi fa il gioco da solo perde”.
Per il premier albanese che prima di diventare politico e guidare l’Albania è stato giocatore di basket e pittore, non poteva esserci metafora migliore per spiegare il grande esempio del suo Paese.
Nel momento in cui quell’Unione Europea, cui il suo Stato ambisce a diventarne parte, si rinchiudeva dietro formule ambigue di fronte ad una emergenza senza precedenti, l’Albania ha dato una lezione al mondo intero.
Perché i 30 medici inviati in supporto dell’Italia e scelti tra le migliore eccellenze del Paese, marcano un netto confine tra la generosità e l’egoismo europeo nei confronti del nostro popolo.
Una lezione che ha come base due valori che la modernità sembra aver smarrito: memoria e riconoscenza.
“Noi non dimentichiamo”, ha ripetuto Rama nel suo discorso. E la memoria sicuramente è andata a quell’anno, il 1991, quando una piccola città, Brindisi, accolse migliaia di uomini, donne e bambini.
Dinnanzi alle navi che arrivavano dai porti di Valona e Durazzo l’allora Sindaco della città lanciò forte e chiaro il suo monito: “Hanno fame e freddo, aiutateli”.
E la città rispose. Accogliendo, sfamando, dando riparo a decine di migliaia di profughi albanesi che scappavano da un Paese in via di dissoluzione.
“L’Italia è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato nel passato, ospitandoci e adottandoci mentre qui si soffriva”, ha ricordato il Premier Edi Rama.
Ma, come dicevamo, non è per nulla scontato che nell’epoca odierna il valore della riconoscenza sia onorato come ha fatto il Primo Ministro albanese.
Anzi proprio da coloro, i tedeschi, che agli albori del progetto di unificazione politica ed economica dell’Europa videro la cancellazione dei debiti di guerra, è arrivata la chiusura della porta.
Nel momento in cui il Consiglio Europeo deliberava l’avvio dei negoziati per l’ingresso di Albania e Macedonia all’interno della UE, proprio la base di questa unione veniva meno.
E, per fortuna, Edi Rama e il suo Paese hanno ancora tempo per impararne la lezione!
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