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La difficile corsa al vaccino dei Paesi poveri del mondo: 189 nazioni si sono rivolte all’Oms chiedendo aiuto

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Non tutti i Paesi possono acquistare il vaccino: si preannuncia una difficile corsa al vaccino dei Paesi poveri del mondo, quindi non tutti potranno sottoporsi a vaccinazione.

Per offrire una piena copertura sono necessari miliardi di dosi, ma non tutte le nazioni hanno le risorse economiche per acquistare il farmaco per questioni di prezzo.

Secondo quanto riferito da Astrazeneca, il vaccino si troverà in vendita ad un prezzo ribassato nei Paesi in via di sviluppo (poco più di due dollari).

Invece il vaccino della Pfizer e quello prodotto dalla russa Gamaleya prevedono dei costi maggiori.

Un fattore che rallenta la spasmodica corsa al vaccino dei Paesi poveri che non potranno contare sulla vaccinazione di massa per arrestare il Covid-19.

Secondo i dati statistici fino ad ora disponibili ci sono almeno 189 Paesi che si sono rivolti all’Oms per chiedere aiuto.

In base al proprio statuto e codice etico, l’Organizzazione mondiale garantisce la salute a tutti, e sulla scorta di tale principio il segretario generale Tedros Adhavom Ghebreyesus sin dalla scorsa primavera, aveva assicurato che i vaccini si sarebbero distribuiti in modo equo.

Il fondo Covax per aiutare i Paesi a medio e basso reddito

Il fondo Covax per aiutare i Paesi a medio e basso reddito

Con lo scopo di assolvere a tale compito si è  istituito il Covax, un fondo riservato ai Paesi a medio e basso reddito, per assicurare la possibilità di negoziare con i produttori di vaccini, e per garantire inoltre i soldi relativi alla vaccinazione.

Ma questo obiettivo sembra difficile da concretizzarsi anche a causa dei gravi effetti negativi di tipo economico da imputare alla stessa pandemia. Il Covid ha costretto i governi a fare i conti con un gap finanziario pesante.

Per supportare l’economia mondiale da anni si è creata l’Alleanza Mondiale per i vaccini e l’immunizzazione, sostenuta dalla Banca Mondiale, dal Fmi e da fondazioni private, come quella di Bill e Melinda Gates.

Ma la pandemia da Covid-19 ha sin da subito fatto comprendere ai promotori che si sarebbe preventivata una faticosa corsa al vaccino dei Paesi poveri.

Si rischia infatti che solo i Paesi ricchi possano acquistare milioni di dosi necessarie per avviare il Vday.

Invece le nazioni povere sono costrette a rimandare la vaccinazione: la corsa al vaccino dei Paesi poveri risulta ostacolata.

In base a quanto previsto dall’Oms sono necessari 4,3 miliardi di dollari per coprire i costi del vaccino per proteggere gli operatori sanitari, che risultano i più esposti ai contagi.

La difficile corsa al vaccino dei Paesi poveri del mondo

Andrea Taylor, ricercatore presso la Duke University, nel North Carolina, ha dichiarato alla Bbc:

“Il grande investimento su Covax è dovuto anche dalla certezza che la domanda delle dosi di vaccino supera di gran lunga l’offerta. E pochi di quelli che chiedono sono in grado di pagare”.

Le 189 nazioni in difficoltà nella corsa al vaccino dei Paesi poveri del mondo, che si sono rivolte al progetto Covax, contano circa 92 stati con redditi medi e bassi.

Queste popolazioni riceveranno nel 2021 le prime dosi del vaccino fornite solo grazie all’aiuto di Paesi e fondazioni.

Gli aiuti provengono ad esempio dalla Gran Bretagna che ha concesso 500 milioni di sterline, invece Usa e Russia si sono sottratti a finanziare il Covax.

Inoltre il Covax ha stabilito un accordo con tre delle cinque multinazionali, anche se la copertura delle spese registra attualmente solo il 20% della popolazione di ogni Paese richiedente.

Recentemente poi si è siglato un quarto accordo di due miliardi di dosi di vaccini di seconda generazione, ovvero ancora in fase di studio, che si ipotizza potranno essere disponibili non prima di cinque mesi, dopo aver passato gli esami di verifica.

Le difficoltà nella corsa al vaccino dei Paesi poveri coinvolgono nazioni come: il Messico, l’Honduras, il Salvador, il Pakistan, lo Zimbabwe.

Uno scenario critico che sta spingendo alcuni Paesi a delle decisioni drastiche. In Colombia, il presidente Iván Duque ha escluso dalla vaccinazione 950mila venezuelani residenti da tre anni nella nazione, motivando questa scelta, che ha creato polemiche, con la seguente giustificazione:

“Abbiamo delle priorità e tra queste vi sono i cittadini colombiani”.

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