Il Decreto del Governo sul Coronavirus entra in vigore oggi martedì 10 marzo, per un’Italia senza più zone rosse, ma protetta. Da Nord a Sud.
“Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare: ‘Io resto a casa’. Non ci saranno zone rosse o zone gialle, ma tutta l’Italia sarà zona protetta.
Saranno consentiti gli spostamenti solo per motivi inderogabili di lavoro, e di salute. E saranno vietati gli assembramenti”.
Sono queste le parole con le quali Giuseppe Conte ha annunciato, nella serata di ieri, il Decreto che, di fatto, ferma il Paese.
Prima di vedere quali sono le reazioni che il Decreto del Governo sul Coronavirus, quello del “Io resto a casa”, sta suscitando nell’opinione pubblica e nel mondo, vediamo cosa contiene.
Il divieto di spostamento dalla propria residenza costituisce il fulcro di questo provvedimento che punta a contenere l’espansione del Coronavirus.
Sono fatte salve le “ragioni di lavoro, casi di necessità, motivi di salute” afferma il Presidente del Consiglio che aggiunge:
“Comprendiamo il bisogno di socialità, abbiamo visto tutti le immagini della movida, ma non ci possiamo più permettere questi episodi di socialità che sono anche di contagio”.
“Io resto a casa” è dunque la contromisura che l’Italia cerca di prendere per limitare l’escalation di questo virus che posizione il nostro Paese, dati ufficiali, al secondo posto dopo la Cina.
Che non sia il momento di fare polemica è comprensibile, ma che questo Decreto del Governo contenga misure quanto meno ” bizzarre” è un altro dato di fatto.
Si può andare in treno quindi, per salvaguardare il lavoro, ma bar e ristorante devono chiudere alle ore 18.
Scuole di ogni ordine e grado sono chiuse sino al 3 aprile, ma rimangono funzionanti i mercati rionali.
Anche i negozi di media superficie possono stare aperti solo dal lunedì al venerdi, come se il virus timbrasse il cartellino e nel weekend avesse più possibilità di contagio.
Se è dunque vero, sempre come riferisce Conte, che “tempo non ce n’è”, occorre prenderne atto e dare il proprio contributo per evitare il vero pericolo che il Decreto “Io resto a casa” punta a scongiurare.
Ovvero la crisi del sistema sanitario, e l’intasamento dei reparti di terapia intensiva e subintensiva del nostro Paese.
E se da Fiorello a Jovanotti, dalla Ferragni ai Negroamaro, è tutto un continuo invito a rimanere a casa, la stampa estera bolla l’Italia come una zona di guerra.
Non ci resta allora che affrontarla questa guerra, e pensare a vincerla in tempi brevi.
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