Roma si è fermata, immersa in un respiro collettivo tra note e silenzi, per accogliere una delle tappe più attese del “Marco negli stadi 2025”. Allo Stadio Olimpico, colmo all’inverosimile per un altro sold out, si è consumato qualcosa di più di un concerto: un momento condiviso di vibrazioni e sentimenti, un rito che resterà inciso nella memoria dei presenti.
Il viaggio di Mengoni, partito da Napoli e diretto verso Torino, Bologna, Milano, Messina e Bari, ha trovato nella capitale un’energia particolare, fatta di ricordi e di quella magia che solo Roma sa regalare.
Nella città che per lui è sempre stata densa di significati, Marco Mengoni ha trovato il coraggio di lasciarsi andare a un ringraziamento che ha mostrato tutta la sua vulnerabilità. Con la voce incrinata, ha sussurrato parole che hanno raggiunto il cuore di ogni persona presente: “Grazie, davvero. Avevo paura di affrontare Roma di nuovo dopo quest’anno difficile”.
Tra un respiro e l’altro, si è asciugato le lacrime mentre confessava quanto fosse stato pesante affrontare certi giorni: “Ora sono qui e vi ringrazio per aver avuto pazienza con me, per aver aspettato che il mio cuore potesse riprendersi almeno un po’.”
Quelle frasi cariche di sincerità hanno risuonato ancora più forti quando Mengoni ha evocato il ricordo della madre, Nadia Ferrari, scomparsa lo scorso settembre a soli 65 anni dopo una lunga malattia. In quel momento, l’artista e l’uomo si sono fusi, mostrando la fragilità di un figlio che porta ancora dentro un dolore profondo.
In quel silenzio denso di emozione, Mengoni ha intonato a cappella “L’essenziale”, creando un legame invisibile e potentissimo con il pubblico, un attimo sospeso che chi c’era non potrà dimenticare.
La serata è proseguita tra scenografie luminose e i grandi brani del suo repertorio, ma il cuore dell’evento è rimasto ancorato a quella confessione sincera. Mengoni ha scelto di mostrarsi per quello che è, senza barriere, con una sincerità che ha commosso chiunque fosse lì ad ascoltarlo.
Il pubblico romano ha risposto con un calore unico, partecipando a ogni canzone con cori che si intrecciavano alle note, in un abbraccio sonoro che ha trasformato lo stadio in un luogo di condivisione emotiva.
Tra le migliaia di persone che hanno riempito lo stadio, un volto noto non è passato inosservato: Jovanotti, presente tra il pubblico, ha omaggiato a modo suo la serata condividendo un video mentre cantava “Cambia un uomo”, definendola “Una canzone pazzesca, la mia preferita”. Un gesto spontaneo che racconta, meglio di qualsiasi parola, quanto Mengoni riesca a toccare corde profonde in chiunque lo ascolti.
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