In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, un colonnello dei carabinieri, padre di uno dei ragazzi coinvolti nell’omicidio di Thomas, un diciassettenne tragicamente ucciso a Pescara, ha condiviso il suo profondo dolore e la sua posizione in merito all’accaduto.
Ha espresso il desiderio che suo figlio ricordi sempre la vittima, con queste parole:
“Mio figlio vivrà una vita da consegnato come diciamo noi. Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all’altezza”.
Il colonnello, che dirige un importante reparto dell’Arma, ha evidenziato il ruolo del figlio all’interno del gruppo responsabile della morte di Thomas.
Anche se il giovane non è stato l’autore materiale delle coltellate che hanno ucciso il coetaneo, è stato coinvolto in atti di violenza estrema, come sputare sulla vittima e spegnere una sigaretta sul suo corpo agonizzante. Successivamente, è stato proprio lui a fornire agli investigatori dettagli cruciali per ritrovare il corpo del ragazzo ucciso.
Il dolore del padre traspare chiaramente quando afferma:
“Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può assolversi davvero. E dico che forse è peggio di come la state rappresentando voi…”.
Queste parole riflettono un senso di responsabilità e il desiderio di vedere miglioramenti significativi nella vita del figlio.
Un altro giovane coinvolto nell’omicidio è un sedicenne, figlio di un’avvocatessa e insegnante di Pescara. Questo ragazzo aveva già affrontato gravi difficoltà personali, culminate in un tentativo di suicidio nel 2021 durante il lockdown imposto dal Covid. Fortunatamente sopravvissuto, ha sempre avuto il sostegno della sua famiglia, che non ha mai smesso di seguirlo psicologicamente.
Nonostante questo supporto, nessuno avrebbe mai immaginato che i suoi problemi potessero sfociare in un gesto così estremo. La madre del ragazzo è devastata dal dolore e incapace di comprendere pienamente l’accaduto, come evidenziato dalle sue parole riportate dal Messaggero:
“Ho talmente tanto dolore dentro che non riesco nemmeno a capire ciò che dico. Non so rispondere alle domande. Mi affido alla giustizia”.
Il delitto di Thomas ha scosso la comunità per la sua crudeltà. I fatti, avvenuti al parco Baden Powell di Pescara, vedono i due ragazzi accusati di averlo assassinato con 25 coltellate, infliggendo atroci sevizie e operando con estrema crudeltà.
Dopo l’omicidio, i giovani hanno dimostrato una mancanza totale di empatia, andando a fare il bagno al mare e parlando del fatto con macabra ironia, senza prestare soccorso o avvisare le autorità.
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