Dramma sul Natisone, la madre di Patrizia fa un appello straziante: "Questo è quello che mi fa male"
La notizia della morte di tre giovani nel fiume Natisone ha toccato profondamente tutti in Italia. I corpi di due ragazze sono stati ritrovati dopo una ricerca estenuante, e proprio oggi è stata aperta la camera ardente. Il terzo giovane, un ragazzo di nome Christian, è ancora disperso.
In questo contesto di dolore, la madre di Patrizia, una delle ragazze scomparse, ha deciso di parlare. Ha espresso il suo dolore in modo toccante al Messaggero Veneto:
“Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l’indirizzo. Ha detto ‘Chiamate mia mamma’. Era un angelo, studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l’esame all’Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto ‘sono stata bravissima, ho saputo tutto’.
Il tragico evento è accaduto un venerdì, quando l’autista di uno scuolabus notò i tre giovani in difficoltà nel fiume. L’acqua, non ancora alta all’inizio, è rapidamente cresciuta a causa delle piogge, rendendo vana ogni possibilità di fuga. Nonostante gli sforzi immediati delle forze dell’ordine e dei soccorritori, la piena ha avuto la meglio.
Oggi, nella casa funeraria di via Calvario a Udine, vicino al cimitero di San Vito, si è tenuta la camera ardente. Le due ragazze, Patrizia Cormos di 20 anni e Bianca Doros di 23 anni, erano vestite da sposa, seguendo una tradizione del loro paese d’origine, la Romania.
Il dolore di una madre che ha perso sua figlia in circostanze così tragiche è un campanello d’allarme per tutti. Serve come un doloroso promemoria della fragilità della vita e dell’importanza di agire con compassione e prontezza in momenti di crisi. Invece di essere spettatori, la comunità dovrebbe unirsi per supportare e aiutare attivamente chi è in difficoltà.
Questa tragedia lascia una cicatrice nel cuore di molti e solleva questioni importanti sull’etica e sul comportamento umano in situazioni di emergenza. Sarà importante che tutti riflettano su come possiamo migliorare e su come possiamo essere veramente presenti per gli altri in momenti di necessità.
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