Sono già migliaia le pubblicazioni che riguardano le ricerche scientifiche sugli effetti del Coronavirus. Virologi, epidemiologi, tutti protesi nello sforzo di trovare terapie efficaci e un vaccino che metta fine, o quanto meno argini, l’epidemia che ha colpito il mondo intero.
Sul sito di Science, che raccoglie le ricerche e i risultati più accreditati e interessanti, il Coronavirus ( SARS-CoV-2) assume contorni sempre più pericolosi ed aggressivi.
Stando a quanto riportato, il virus si rivela estremamente aggressivo nel 5% dei casi. Nei pazienti che rientrano in questa casistica, non sono solo i polmoni ad essere gravemente colpiti. Dal cervello, fino ai piedi, il COVID-19 può avere effetti devastanti.
Gli effetti del Coronavirus sul corpo umano
POLMONI
È attraverso le gocce di saliva che emettiamo quando parliamo o tossiamo che che il COVID-19 può essere trasmesso. Le alte vie respiratorie, gola e naso, diventano quindi i principali veicoli di contagio.
Nel naso soprattutto, il Coronavirus sembra trovare un luogo ideale. Le mucose che rivestono le cavità nasali infatti, sono ricche di un particolare ricettore, l’ACE2( enzima 2 convertitore dell’angiotensina). Il recettore regola ciò che può entrare o non entrare nelle cellule.
Ma l’ ACE2 è piuttosto diffuso anche nel resto dei tessuti cellulari presenti nel nostro organismo. E questo motiverebbe i danni che il Coronavirus riesce a provocare anche in altre parti del nostro corpo.
Il virus, attraverso le proteine che compongono il suo involucro, riesce ad “ingannare” l’ACE2 e quindi a trasmettere il proprio materiale genetico o (RNA) nella cellula. A questo punto riesce a sfruttarla per moltiplicarsi migliaia di volte. Le “repliche” andranno ad infettare anche le altre cellule.
Le persone infettate dal Coronavirus risultano essere contagiose soprattutto nella prima settimana. I sintomi possono essere lievi oppure subito evidenti. Febbre, tosse secca, perdita del gusto e dell’olfatto, mal di gola. Ma anche dolori articolari e mal di testa.
Quando il sistema immunitario delle persone contagiate non riesce a prendere il sopravvento sul Coronavirus, questo continua indisturbato il suo viaggio verso le parti più profonde del sistema respiratorio. Quali? I polmoni.
Gli alveoli polmonari, quelli cioè che possono subire danni importanti nelle forme più aggressive di Coronavirus, sono rivestiti di cellule ricche di ACE2.
Il sistema immunitario interviene sul virus attraverso le chemochine, molecole che attivano altre cellule immunitarie e che insieme attaccano il virus. È un attacco violento, una reazione molto aggressiva che alcuni studiosi paragonano ad un bombardamento.
Al termine lasciano sul ”campo di battaglia” cellule morte e fluidi che possono dar origine a pus (batteri e leucociti in disfacimento). I sintomi che il paziente avverte in questi casi sono quelli tipici della polmonite: progressive difficoltà respiratorie, tosse e febbre.
Molte delle persone contagiate dal Coronavirus riescono ad affrontare e superare autonomamente questa fase. Generalmente attraverso l’assunzione di farmaci o ricorrendo all’aiuto dell’ossigeno.
Nei casi più gravi è necessario ricorrere all’intubazione in terapia intensiva. Molti pazienti muoiono, perché i loro alveoli sono intasati di fluido, pus, cellule morte, materiale che non permette lo scambio di ossigeno con il sangue.
EFFETTI DEL CORONAVIRUS SU CUORE E CIRCOLAZIONE SANGUIGNA
Decine di ricerche riportano danni consistenti e piuttosto comuni del Coronavirus sul sistema cardiocircolatorio. Non è ancora molto chiaro come ciò avvenga, ma l’incidenza nei pazienti più gravi è piuttosto alta.
Uno studio condotto a Wuhan su 146 pazienti affetti dal COVID-19, ha evidenziato come oltre un quinto aveva riportato danni cardiaci. Sempre a Wuhan, ma in una ulteriore ricerca, i ricercatori hanno segnalato irregolarità del battito cardiaco nel 44% dei 138 pazienti presi in esame.
Altri studiosi ancora, hanno segnalato la presenza di coaguli di sangue nei vasi sanguigni a seguito dell’infiammazione da Coronavirus. Il nostro corpo dispone di sistemi che riescono a sciogliere i coaguli, ma in alcuni casi piccoli frammenti possono continuare a circolare.
Nel caso dei polmoni i grumi possono bloccare vasi sanguigni importanti e causare un’embolia polmonare a volte fatale. Ma i coaguli potrebbero raggiungere anche il cervello causando danni permanenti.
L’infezione da Coronavirus, si è rilevato, può portare ad una riduzione dell’ampiezza (lume) dei vasi sanguigni. Sono state osservate forme di ischemia alle dita dei piedi e delle mani. La ridotta circolazione del sangue in queste zone causa gonfiore, dolore alle dita e, nei casi più gravi, a danni permanenti nei tessuti cellulari.
È sempre la presenza del recettore ACE2 sulle pareti del cuore e dei vasi sanguigni che porta gli studiosi a vedere il COVID-19 come una malattia non solo quindi polmonare, ma cardiovascolare.
RENI
Una ricerca, sempre pubblicata su Science e condotta a Wuhan, ha messo in evidenza come su 200 pazienti ricoverati a causa del Coronavirus, il 59% mostrava casi di proteine e sangue nelle urine. È questa una condizione che si verifica quando i reni non riescono a filtrare in modo adeguato il sangue che li attraversa. I pazienti più gravi che già in precedenza avevano manifestati problemi renali, risultavano maggiormente esposti al rischio di morte.
Come nel caso precedente, non è chiaro se e in che modo il Coronavirus attacchi i reni, certo è che le autopsie hanno rivelato la sua presenza nei tessuti renali. Il forte stress cui l’organismo è sottoposto, l’intubazione e le dosi massicce di farmaci, potrebbero essere ulteriori cause dei danni ai reni.
CERVELLO
Il Coronavirus potrebbe comportare danni rilevanti e permanenti a carico del sistema nervoso centrale. Casi di encefaliti e ictus sono stati segnalati nei pazienti più gravi. La causa ? Ancora una volta la presenza di ACE2 nella corteccia cerebrale. O questo è ciò che si presume.
INTESTINO
Nel sistema digestivo troviamo una massiccia presenza di ACE2 e diverse ricerche hanno stabilito che il Coronavirus riesce a raggiungere suddetta zona. In circa il 50% dei pazienti positivi al virus, è stata riscontrata la sua presenza nelle feci. Una seconda equipe di studiosi ha riscontrato tracce del COVID-19 nelle cellule del retto, del duodeno e di altri tratti intermedi dell’intestino. Questo spiegherebbe perché 1/5 dei pazienti abbia episodi di diarrea ricorrenti.
Altri sintomi:
OCCHI
È stato evidenziato che circa 1/3 dei pazienti positivi al Coronavirus sviluppa una forte congiuntivite.
FEGATO
Un forte stress del fegato può essere ricondotto agli effetti del Coronavirus, anche se la causa dell’utilizzo dei farmaci, resta un’altra motivazione plausibile.
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