Per i suoi 50 anni, Emanuele Filiberto di Savoia si è raccontato in una lunga ed intima intervista concessa a Verissimo, dove chiacchierando con Silvia Toffanin ha parlato non solo di sé e della sua famiglia, ma ha anche confessato un particolare legato al funerale della Regina Elisabetta II. Nel mettersi a nudo nel salotto televisivo del talk show di Canale 5, l’ospite della Toffanin ha svelato il motivo per cui ha deciso di non presenziare al funerale di Elisabetta.
Durante la sua lunga chiacchierati davanti alle telecamere di Verissimo, Emanuele Filiberto ha ripercorso le tappe centrali della sua vita, non sorvolando sulla storia della sua famiglia. Ma l’ospite della Toffanin non ha solo fatto un’analisi dettagliata dei momenti centrali della sua vita, dopo aver raggiunto il traguardo dei suoi 50 anni, ma per l’occasione ha rivelato anche alcuni retroscena inediti, oltre ad aver confessato di aver dovuto rinunciare al funerale della Regina Elisabetta, celebrato lo scorso 19 settembre nell’abbazia di Westminster dove la sovrana inglese nel 1947 aveva sposato il suo amato Filippo per poi essere incoronata regina nel 1953.
Inoltrandosi nel discorso, il principe ha svelato un retroscena personale che lo ha costretto a dare forfait: “Purtroppo fino all’ultimo ho sperato di poter andare, ma ero positivo al Covid ancora fino al giorno prima, quindi ho preferito non andare”. Emanuele Filiberto non si è poi sottratto dal parlare delle sue conoscenze all’interno Royal Family inglese ed infatti ha ammesso: “Ho conosciuto Diana, conosco bene anche Re Carlo, ho conosciuto anche la Regina d’Inghilterra e devo dire che è una famiglia che a me piace molto, una famiglia molto bella. È una famiglia molto semplice, Re Carlo è una persona molto colta, è un amante delle arti e dell’architettura, è molto in gamba, credo che sarà un ottimo Re”.
Dopo un lungo periodo di esilio, la sua famiglia è potuta rientrare in Italia, Filiberto nel ricordare come ha vissuto la lontananza forzata dal Paese che ha sempre sentito come quello natale ha detto: “Prima dell’esilio vedevo l’Italia da lontano, soffrivo la mancanza della mia patria, perché anche se non sono nato in Italia, ho del sangue italiano. Molti italiani venivano a Ginevra per incontrarci e dunque vedevo tutto questo e non potevo andarci.
È un po’ come vivere al di sopra del più bel negozio di cioccolata, ma la porta è sempre chiusa, hai l’odore, vedi i colori, vedi la gente, ma tu non puoi entrarci. Stranamente ho rimosso questi anni d’esilio, per me è come se da sempre sono un uomo libero, posso andare e tornare dall’Italia”.
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