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Ercolano, cacciato dalla famiglia perché gay. Costretto a vivere in un sottoscala

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Anche in famiglia si può essere vittime di omofobia, come testimonia la storia di Salvatore che ad Ercolano è cacciato dalla famiglia perché gay. Il 20enne ha una realtà familiare complicata: il padre è in carcere, mentre la madre si trova all’estero.

I parenti che vivono nella cittadina campana l’hanno cacciato di casa perché gay, non accettando la sua omosessualità. Così Salvatore per giorni ha trovato un posto dove stare in un’auto.

Poi si è rifugiato in un sottoscala abbandonato, di un metro per un metro. Situato nelle vicinanze della sua abitazione. La sua vicenda ha smosso la sensibilità di alcuni vicini che per aiutarlo hanno segnalato il caso.

Grazie all’intervento diretto del Presidente di Arcigay Napoli e del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, si è trovato un posto per lui.

Una scandalosa vicenda di omofobia familiare ad Ercolano: ragazzo cacciato dalla famiglia perché gay

L’attivazione degli assistenti sociali locali ha permesso di dare una sistemazione al ragazzo di Ercolano, cacciato dalla famiglia perché gay.

Probabilmente, l’interesse dei vicini di casa del ragazzo ha permesso di far luce su questa vicenda. Che denuncia come ancora oggi, alcuni giovani continuino a subire episodi di omofobia.

Ma a colpire di più, nel caso di Salvatore è il fatto che siano stati proprio i suoi familiari a dimostrare una chiusura verso il suo orientamento se**uale.

Tanto da renderlo protagonista di una vera e propria emarginazione domestica. Salvatore infatti è stato allontanato da casa e dai sui affetti familiari.

https://www.facebook.com/tvpinograzioli/videos/2808740032578324/

Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli, ha reso noto che il comune di Napoli si prenderà cura del ragazzo.

Ma continuerà a risuonare ancora per un po’ di tempo la storia di omofobia familiare andata in scena ad Ercolano con Salvatore cacciato dalla famiglia perché gay.

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