Anita Sircar, infettivologa ed istruttrice clinica di scienze della salute dell’Università della California, ha affidato a delle parole di condanna la sua amarezza, dopo aver affrontato un ennesimo caso alle prese con i non vaccinati. La specialista ha infatti ammesso di essere sul punto di perdere la compassione per i ricoverati che non si sono vaccinati per scelta. “L’anno scorso, un caso come questo mi avrebbe demolito. Avrei lottato con la tristezza …e combattuto con l’angoscia di quanto fosse sfortunato. Quest’anno ho faticato a trovare la compassione“.
La specialista, impegnata in un’unità Covid, ha affidato il suo grido di protesta ad una lettera pubblicata dal Los Angeles Times il 17 agosto, e le sue parole hanno aperto di nuovo le discussioni su un tema di grande attualità. La dottoressa Sircar ha raccontato la storia di un paziente, un uomo di 50 anni, che dopo aver implorato di essere curato – “Qualunque cosa serva per salvarmi la vita” – è morto.
L’infettivologa ha spiegato che il paziente una volta giunto in ospedale presentava delle gravi condizioni dopo aver preso antibiotici, idrossiclorochina che aveva trovato su internet, provando addirittura gli anticorpi monoclonali in una struttura. Una volta affidato alle cure dell’unità Covid, il paziente è stato trattato con remdesivir. Il 50enne ha confidato alla dottoressa: “Beh, io non sono un anti-vaxxer o roba del genere. Stavo solo aspettando che la FDA approvasse prima il vaccino. Non volevo prendere nulla di sperimentale. Non volevo essere la cavia del governo, e non mi fido che sia sicuro”.
La specialista nella sua lettera di condanna contro i non vaccinati ha voluto ribadire che il vaccino è disponibile negli Stati Uniti in forma gratuita per chiunque, inoltre ha voluto lodare i suoi colleghi: i medici che da 17 mesi instancabilmente curato i pazienti Covid. Infine la specialista ha concluso il suo sfogo con tono mesto per condannare la decisione di non vaccinarsi che mette a rischio le persone più fragili.
“Abbiamo fatto tutto il possibile con quello che avevamo per salvarlo. Quest’anno, questa tragedia, questa perdita inutile, del tutto evitabile, era su di lui. Il fardello di questa pandemia ora ricade sulle spalle dei non vaccinati. Su coloro che possono essere vaccinati ma scelgono di non farlo, una decisione che difendono dichiarando: ‘La vaccinazione è una scelta profondamente personale’. Ma forse mai nella storia la scelta personale di qualcuno ha influenzato il mondo nel suo insieme come in questo momento. Quando centinaia e migliaia di persone continuano a morire – quando i membri più vulnerabili della società, i nostri bambini, non possono essere vaccinati – il lusso della scelta cessa di esistere”.
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