Un nuovo capitolo si aggiunge alla complessa vicenda della famiglia anglo-australiana che vive isolata tra i boschi di Palmoli, nel Chietino. I coniugi, ai quali il Tribunale ha tolto l’affidamento dei tre figli, ora affidati a una casa famiglia, devono affrontare un’ulteriore difficoltà: il loro avvocato ha deciso di abbandonare la difesa. Giovanni Angelucci, il legale che finora li ha rappresentati, ha rinunciato all’incarico con una comunicazione ufficiale che ha colto di sorpresa sia i sostenitori della coppia sia chi segue da vicino la vicenda. Le motivazioni della sua scelta gettano nuova luce sullo stato di tensione e incertezza che circonda questa storia familiare.
Il legale lascia l’incarico: “Troppi ostacoli esterni”
Angelucci, che fin dall’inizio aveva assunto la difesa della cosiddetta “famiglia del bosco”, ha parlato di una decisione sofferta ma inevitabile. “Dopo averci riflettuto a lungo, ieri sera ho scelto di rinunciare al mandato ricevuto da Nathan Trevallion e Catherine Birmingham,” ha dichiarato l’avvocato. A spingerlo a questo passo sarebbero state continue interferenze esterne, giudicate da lui tanto gravi da incrinare definitivamente il rapporto di fiducia con i suoi assistiti. Una rottura che non solo complica il cammino legale della coppia, ma alimenta ulteriori dubbi sulle pressioni che i due genitori starebbero subendo in queste settimane.
Frizioni e rifiuti: la famiglia dice no alle soluzioni proposte
Secondo il racconto del legale, il distacco si sarebbe aggravato anche per via della mancata collaborazione da parte della coppia, che avrebbe respinto ripetutamente le soluzioni alternative offerte. “Avevamo in programma un sopralluogo presso un’abitazione poco distante dalla loro, messa a disposizione da un imprenditore della zona,” ha spiegato Angelucci, “ma non si sono presentati all’incontro.” L’alloggio proposto si affiancava a un’altra offerta di sistemazione suggerita dal sindaco Masciulli, anch’essa rifiutata. Questo ennesimo “no” ha evidenziato un’incompatibilità crescente tra le strategie del difensore e le scelte della famiglia.
Progetto casa respinto: troppa invasività
Ma non finisce qui. I genitori avrebbero anche detto no alla firma di un documento necessario per avviare le pratiche di ristrutturazione della loro abitazione nel bosco. Un tecnico incaricato aveva già redatto il progetto, ma secondo Angelucci la coppia lo avrebbe ritenuto eccessivamente invasivo. Di conseguenza, sarebbe stata rifiutata anche la disponibilità gratuita della SSAP San Salvo Appalti Spa, disposta a realizzare i lavori senza spese. “Anche questa offerta pare sia stata respinta dal signor Trevallion,” ha riferito l’avvocato, lasciando intendere l’ormai profonda distanza tra le parti.
Cresce la tensione pubblica: minacce ai magistrati
Mentre la famiglia si trova ora senza rappresentanza legale, il clamore mediatico e politico intorno alla vicenda continua a crescere. In rete si moltiplicano attacchi contro il Tribunale dei Minorenni dell’Aquila e contro la presidente Cecilia Angrisano, considerata, da alcuni, la responsabile dell’allontanamento dei bambini. Online sono comparsi persino numero di telefono e indirizzo della magistrata, alimentando una pericolosa escalation di odio. Nel frattempo, dalla casa famiglia arrivano messaggi dei bambini, che chiedono quando potranno riabbracciare i genitori. Intanto, per il 6 dicembre è stato annunciato un sit-in di solidarietà davanti al Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità.
Il nodo istruzione e l’intervento del Governo
Nel frattempo, emergono elementi che ridimensionano uno dei punti più discussi del provvedimento giudiziario: l’istruzione dei bambini. Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che l’obbligo scolastico sarebbe stato assolto correttamente grazie all’istruzione parentale, riconosciuta dalla legge, e all’iscrizione presso una scuola autorizzata, come confermato anche dal dirigente scolastico competente.
Il caso è arrivato fino ai vertici del Governo. La premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno discusso della vicenda, valutando come è stato condotto l’intero procedimento dal Tribunale dei Minorenni. Di fronte alla delicatezza della situazione, si starebbe valutando l’ipotesi di inviare ispettori ministeriali per approfondire i fatti. Un passo che potrebbe cambiare nuovamente il corso di questa storia, ormai segnata da scontri, polemiche e un’attenzione pubblica crescente.
