Mentre l’Italia guarda attonita la tragedia della funivia, la saga di Fedez e del Concertone continua a tenere banco.
Dopo annunci e smentite di querele e audizioni, nella giornata di ieri Fedez ha inviato alla Commissione di Vigilanza della Rai una risposta che fa discutere. Vediamo di riepilogare quanto accaduto. In seguito alle roventi polemiche che hanno riguardato il rapper e il suo discorso in occasione del concerto del Primo Maggio, la faccenda è finita in Commissione di Vigilanza. L’organismo che ha lo scopo di vigilare essendo la Rai una azienda pubblica.
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Qualcuno aveva ipotizzato anche una querela al rapper milanese, voce poi rientrata. In programma c’era una audizione dello stesso Fedez per vedere di chiudere la faccenda e capire se c’erano stati elementi di censura o meno. Le immagini e i video che Fedez aveva postato dopo il Concertone erano stati criticati dai vertici Rai, in quanto tagliati e parziali. Mentre dal canto suo l’artista e marito di Chiara Ferragni ha sempre sostenuto di essere stato oggetto di censura.
La faccenda era così finita in Commissione di Vigilanza e si attendevano passi che potessero in qualche modo fare chiarezza su quanto accaduto. La Commissione ha così invitato Fedez a presentare una memoria, mentre il rapper aveva chiesto di essere sentito personalmente.
“Questa mattina ho inviato al dott. Fedez una lettera con la quale ho rinnovato l’invito a trasmettere alla Commissione di vigilanza una memoria”, ha scritto Alberto Barachini, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai. “La sua risposta, scrive ancora Barachini nella nota, tre emoticon con clown, denota invece una mancanza di rispetto per l’istituzione parlamentare e della Commissione che mi onoro di presiedere”.
Fedez ha dunque risposto dando dei “pagliacci” ai membri della Commissione. In un post il rapper aveva contestato la decisione scrivendo su Instagram “paura eh…” e inserendo una emoticon raffigurante anch’essa un pagliaccio.
“Se il signor Lucia, che aveva chiesto di essere audito in relazione al caso del Concertone del 1 maggio, non è d’accordo a inviare una memoria scritta lo dica a parole e in modo civile, con rispetto ed educazione”. Questa la risposta finale della Commissione che, dai toni, qualche educato sorriso lo strappa di sicuro!
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