Il mondo del calcio e i fan del gossip sono stati scossi dalla notizia della scomparsa di Gigi Riva, conosciuto come il Rombo di Tuono, leggenda del Cagliari e simbolo della Nazionale Italiana. All’età di 79 anni, dopo un infarto che lo ha portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Arnas Brotzu di Cagliari, una tranquillizzante dichiarazione medica aveva inizialmente dato una luce di speranza sulle sue condizioni. Lucido e sereno, Riva ha affrontato una decisione cruciale nelle sue ultime ore.
Il mistero dietro il “No” di Gigi Riva all’intervento che avrebbe potuto salvarlo
Nel pomeriggio del giorno fatale, raccontato dal Corriere della Sera, Riva desiderava una sigaretta mentre parlava con la moglie Gianna e il direttore sanitario Raimondo Pinna. Tuttavia, una coronografia mattutina aveva evidenziato una situazione preoccupante.
La procedura offerta a Riva era un’angioplastica, un intervento per dilatare le stenosi coronariche causate da una placca atermasica, che conduce a un restringimento delle arterie e riduce il flusso sanguigno al cuore. Nonostante l’angioplastica sia una tecnica mini-invasiva e realizzabile in anestesia locale, Riva ha esitato.
«Ci voglio pensare, ne devo parlare con i miei cari», ha confessato Riva al suo dottore, manifestando il desiderio di consultarsi con i suoi figli, Nicola e Mauro, nonostante la gravità della sua situazione. Purtroppo, il tempo non è stato dalla sua parte. Un arresto cardiaco lo ha colto alle 17:10 e alle 19:30, il Rombo di Tuono ci ha lasciato. «Senza il suo consenso ci siamo fermati», ha dichiarato Pinna, rispettando la volontà del campione.
Causa morte di Gigi Riva
Il rifiuto di Riva all’intervento è stato un colpo di scena che ha lasciato molti senza parole. Secondo quanto riportato da Repubblica, il dottore aveva cercato di persuadere Riva a procedere con l’angioplastica, avvisandolo dei rischi. «Lui, molto sereno, mi ha detto che preferiva pensarci e parlarne prima con i familiari», ha condiviso il dottore. La serenità di Riva nelle sue ultime ore è stata evidente, tanto che ha ringraziato il personale per l’assistenza ricevuta.
Il primario Brunello Loi ha espresso che nonostante la rapida risposta medica e gli sforzi di rianimazione, la severa patologia di Riva ha prevalso. La sala di Emodinamica è stata il teatro degli ultimi tentativi di salvare il calciatore, ma il destino ha avuto la meglio.
La decisione di Riva di non procedere immediatamente con l’angioplastica rimane un mistero che ha toccato il cuore di tutti, lasciando il pubblico a interrogarsi sulle scelte che si fanno alla fine della vita. La storia di Riva non è solo una cronaca di gossip, ma un promemoria della fragilità umana e del profondo legame tra le scelte personali e il destino.