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Giulia Salemi in lacrime per l’Iran: “Là ci sono i miei affetti”

La guerra vista dagli occhi di chi ha radici divise

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Nel pieno di una delle fasi più critiche del conflitto mediorientale, una voce conosciuta dal pubblico italiano ha voluto rompere il silenzio. Giulia Salemi, influencer e volto noto della televisione, ha affidato ai social parole cariche di emozione, scegliendo il cuore al posto della polemica. La sua dichiarazione non è stata politica, ma profondamente personale: la madre è iraniana e molti familiari vivono ancora in Iran, oggi al centro di un’escalation militare che coinvolge anche Israele.

L’appello social: “Temo per la mia famiglia”

Mentre gli aggiornamenti di cronaca raccontano un Medio Oriente in fiamme, tra attacchi missilistici e raid aerei, Giulia ha condiviso il suo dolore su Instagram. “Prego per i miei cari, per la loro salvezza, e perché tutto questo orrore finisca”, ha scritto, dando voce alla paura di chi guarda da lontano, ma sente sulla pelle ogni bomba che esplode nei luoghi che sente parte di sé.

Nessun schieramento, solo umanità

Il suo sfogo è un grido che supera le bandiere. Non cerca colpevoli, ma invoca pietà. Salemi sottolinea che tra le vittime ci sono esseri umani, non numeri: “Stanno morendo tanti innocenti. E noi possiamo solo pregare”. Il suo pensiero va a chi vive nell’angoscia quotidiana, intrappolato in un conflitto che non ha scelto e spesso nemmeno comprende.

“Per noi non è geopolitica, è la nostra vita”

Nel suo lungo messaggio, Giulia ha parlato anche del dolore personale. “Non riesco a dormire, penso sempre a loro. Mia madre piange ogni volta che ascolta le notizie. Quello non è solo un Paese per noi, è la nostra famiglia, è il nostro sangue”, ha scritto, lasciando trasparire tutta la fragilità di chi vive diviso tra due mondi.

“Non ho risposte, solo dolore”

Chiudendo la sua testimonianza, Salemi ha scelto parole semplici ma dense: “Non so indicare chi abbia torto o ragione, so solo che soffriamo tutti”. Una riflessione che va oltre le opinioni, per ricordare che dietro ogni titolo di guerra ci sono volti, storie, persone. Proprio come lei. Proprio come noi.

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