Giuseppe Conte, intervenuto nel programma Accordi&Disaccordi, ha illustrato perché si deve avviare una nuova stretta in vista del Natale, con misure più rigorose per evitare la terza ondata Covid.
In attesa di disposizioni mirate, il Governo sta valutando cosa fare per evitare quella che ormai appare una preoccupazione probabile: una nuova ondata di contagi.
Così Giuseppe Conte ha spiegato che la nuova stretta a Natale si pone come obiettivo quello di aggiungere alle misure già in vigore, delle norme aggiuntive, che però non ha voluto anticipare.
Infatti il presidente del Consiglio si è limitato a dichiarare sulle disposizioni anti Covid per Natale:
“Stiamo lavorando per cercare di rinforzare il piano natalizio. Noi dobbiamo arrivare in condizione di massima resilienza”.
Nel suo intervento nel programma Accordi&Disaccordi ha sottolineato che le misure restrittive previste per Natale servono per evitare il rischio di una terza ondata:
“Non è una certezza ma una probabilità. In caso di pericolo bisogna agire con la massima precauzione”, ha riferito il premier.
Giuseppe Conte si è poi soffermato su un dato allarmante: l’alto tasso di decessi soprattutto degli anziani, a tal proposito ha fatto sapere:
“Ho consultato medici ed esperti. Non c’è una sola risposta, ma avendo tanti anziani sono più a rischio. I fattori sono tanti ed è difficile individuare la ragione.
Ci stiamo lavorando perché quando si parla di decessi e si contano i morti bisogna portare rispetto e lavorare affinché questo numero sia sempre più basso”.
La stretta aggiuntiva alle misure del Dpcm Natale e Capodanno potrebbe prevedere due ipotesi su cui l’esecutivo sta ancora trattando.
Il Governo ipotizza una zona rossa nazionale oppure una zona arancione, con controlli più rigorosi.
In particolare, i controlli aumenteranno durante l’ultimo weekend prima delle festività natalizie con lo scopo scongiurare assembramenti nelle vie e nelle piazze e quindi la terza ondata.
La possibile disposizione della zona rossa, una linea più rigorista, potrebbe prevedere un’unica zona rossa su tutta la Penisola dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio.
In tal caso ogni spostamento sarà vietato sia tra Regioni sia tra comuni, fatta eccezione per: esigenze lavorative, motivi di salute, situazioni di necessità.
Inoltre si ipotizza la chiusura di tutte le attività ad eccezione di rivenditori di generi alimentari, di prima necessità, igiene e salute.
Invece l’ipotesi della zona arancione prevede chiusure in tutta Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio o nei giorni 24, 25, 26, 31 dicembre, 1, e 2 gennaio.
Ma i negozi resteranno aperti, mentre rimarranno chiusi ristoranti e bar chiusi e si vieteranno gli spostamenti tra Regioni e Comuni.
Giuseppe Conte ha poi affrontato un tema caldo: la riapertura delle scuole, tanto parteggiata da famiglie e mondo della scuola per archiviare la DAD.
Il premier ha annunciato che si sta lavorando per tornare il 7 gennaio con la didattica in presenza, cercando di assecondare al meglio le esigenze delle diverse realtà locali.
Infine il premier Giuseppe Conte ha ribadito che il Governo ha intenzione di lavorare unito per il bene del Paese.
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