L’Italia e l’Albania hanno siglato un protocollo d’intesa che segna una svolta nella gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, un accordo che il Governo Meloni ha siglato con il suo omologo albanese Edi Rama, e che prevede la creazione di due centri in territorio albanese per accogliere i migranti salvati da navi italiane.
L’intesa tra i due Paesi non è solo una risposta alla necessità di gestire i flussi migratori in modo più efficace, ma rappresenta anche un esempio di cooperazione internazionale e di sicurezza condivisa. L’Albania, che ha già dimostrato di essere un partner affidabile nell’ambito della lotta contro le attività illegali, si impegna ora a supportare l’Italia nell’ospitalità dei migranti. Le strutture previste dall’accordo saranno capaci di ospitare fino a 3.000 persone inizialmente, con l’obiettivo di gestire fino a 36.000 individui all’anno.
Questi centri, situati a Shengjin e Gjader, saranno destinati alle procedure di asilo e potenziale rimpatrio. Importante sottolineare che l’accordo esclude minori, donne incinte e individui vulnerabili. L’Italia manterrà la giurisdizione sui centri, ma l’Albania collaborerà nella sorveglianza esterna. Questo aspetto sottolinea la fiducia reciproca e l’impegno condiviso verso la gestione dei flussi migratori, nel rispetto delle leggi comunitarie e internazionali.
L’accordo è stato descritto da Meloni come di “respiro europeo”, evidenziando l’importanza di una gestione dei flussi migratori che coinvolga più paesi e che si muova all’interno di una cornice di collaborazione europea. “Questo accordo non sarebbe stato possibile con nessun altro Stato Ue. Non sta a noi giudicare il merito politico di decisioni qui e in altre istituzioni, a noi sta rispondere ‘Presente’ quando si tratta di dare una mano” – queste le parole di Rama, pronunciate in italiano ricordando il “debito impagabile” del suo popolo verso l’Italia:
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L’accordo il Governo Meloni e quello albanese che ha dato vita al protocollo d’intesa Italia-Albania rappresenta un passo significativo nella gestione dei flussi migratori. Con l’istituzione di queste strutture, i due paesi dimostrano un impegno concreto verso una gestione responsabile e condivisa, ponendo le basi per una cooperazione più ampia a livello europeo.
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