Cinque hard disk al centro dell’inchiesta: foto, video e nuovi interrogativi
Il caso di Liliana Resinovich torna prepotentemente sotto i riflettori. La donna, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita venti giorni dopo, continua a rappresentare uno dei gialli più intricati degli ultimi anni. Le circostanze della sua morte non hanno mai trovato una spiegazione definitiva: suicidio, omicidio o fatalità? Ora, però, la Procura ha acquisito nuovi elementi che potrebbero cambiare radicalmente il quadro investigativo.
A pochi giorni dall’incidente probatorio fissato per il 23 giugno, gli inquirenti hanno sequestrato cinque hard disk, appartenenti a Sebastiano Visintin, marito di Liliana. I dispositivi, consegnati da Visintin a un amico poco prima della scomparsa della moglie, contenevano centinaia di immagini e filmati, molti dei quali raffigurano Claudio Sterpin, l’amico che Liliana chiamava “l’uomo della mia seconda vita”. I file coprono un arco temporale di oltre vent’anni, comprese fotografie datate 3 luglio 2003 e un video del tradizionale tuffo di Capodanno del 2013.
I sospetti della Procura: gelosia, controllo e contraddizioni
La scoperta di questo materiale ha generato forti perplessità, soprattutto alla luce delle dichiarazioni rilasciate da Visintin nei mesi successivi alla morte della moglie. L’uomo aveva sempre negato di essere al corrente del legame tra Liliana e Sterpin. Tuttavia, la presenza di foto così datate e archiviate con cura suggerisce il contrario. Secondo gli inquirenti, Visintin potrebbe aver esercitato un controllo non dichiarato sulla moglie, alimentato da una gelosia silenziosa.
Claudio Sterpin, intervistato da Quarto Grado, ha rilanciato l’accusa: “Secondo me Sebastiano ci spiava. Penso che controllasse anche il telefono di Liliana”. Dichiarazioni forti, accompagnate da una nuova prova materiale: un braccialetto tagliato e ancora umido, rinvenuto nell’abitazione di Visintin, che torna al centro dell’attenzione investigativa.
Visintin si è difeso sostenendo che quelle immagini fossero state raccolte per caso e conservate “per ricordo”. Ma per il legale di Sterpin, la questione più grave è l’omissione: perché nascondere l’esistenza dei file? Le foto mostrate in TV sembrano smentire ogni ipotesi di inconsapevolezza da parte del marito.
A più di due anni dalla tragica fine di Liliana Resinovich, la verità resta sospesa. Ma quei cinque hard disk potrebbero finalmente aprire uno spiraglio su ciò che accadde davvero prima della sua scomparsa.