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Il più grande potere di una donna é la sua forza d’animo. – Il nostro dovere è riuscire a risvegliarla.

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“Il potere più grande di una donna è la sua forza interiore che tutela lei e tutti coloro che ama” asderì Mama Maru.

“È proprio per questo motivo che dovrai imparare a scendere nei meandri più profondi del tuo animo: solo nel momento in cui verrai a conoscenza del tuo vero essere, potrai usufruire della tua forza interiore.

Sei una donna forte ed energica: fai parte di quella categoria di donne in grado di cambiare il mondo. Eppure hai un limite: non conosci ancora te stessa e, di conseguenza, non ti accetti.”
— In “La profezia della Curandera“, di H. H. Mamani

Non conosci tutto di te e della tua interiorità

Molto spesso si riduce la donna alla sacralità della sua femminilità: ma le donne sono molto più di questo!

Probabilmente sarete a conoscenza della metafora della coppa e della spada come emblema dell’energia femminile e maschile: la coppa ha in sé il senso dell’accoglienza e la spada, di contro, la natura di agire/ferire.

Da sempre la donna è relegata in una posizione di subalternità e passività infatti, ma in lei si nasconde l’animo di un’amazzone.

Secondo i dettami societari, la donna ha il ruolo di essere amorevole, di crescere i propri figli e di lenire le ferite altrui, giusto?

In realtà non è esattamente così! Dimentichiamo qualcosa di molto importante.

Il ruolo della donna si limita realmente alla subalternità?

La donna deve dover dimostrare di essere al pari all’uomo: per questo deve saper difendere e proteggere.

Si pensa spesso che la donna sia passiva anche nel suo ruolo protettivo e che si limiti a fare da cuscinetto alle situazioni di pericolo, come un fossato impedisce ai nemici di avanzare e assaltare il castello, a cui fa da protezione: rimane ferma al suo posto.

La sua inerzia la rende quasi il bersaglio perfetto contro cui la vita può sferzare i suoi colpi e lei, in silenzio, subisce.

Ma è davvero questo il vero essere di una donna?

Le classi stereotipate in cui la donna è relegata la privano di un ruolo fondamentale, ruolo che anche gli uomini devono capire.

Spieghiamo di seguito cosa si intende.

A che animale pensate immediatamente se si parla di ferocia, nel momento in cui è necessario difendere i propri cuccioli?

A Mamma Orsa!

Quando un’orsa deve difendere i suoi piccoli lo fa con tutta la forza che ha.
Se in una gita in montagna vi capita di incontrarne una, allontanatevi, per il bene di tutti.

Recuperare il legame ancestrale che abbiamo col tempo obliato e dimenticato

L’orso ha in sé un’altra particolarità: è anche il simbolo della dea Artemide, la dea greca della caccia e del bosco, della Luna e delle iniziazioni femminili.

La sua energia sembra trasmettere alla donna la volontà di essere determinata nelle proprie scelte di vita, l’autonomia, l’indipendenza e la libertà.

Le donne hanno anche un altro grande potere: il loro stare insieme.

Benché non fosse sposata, Artemide era nota per essere, al pari dell’orsa, estremamente materna e protettiva (è famosissima la sua statua di Efeso in cui è rappresentata con mille seni, come se volesse essere posta a emblema di maternità dell’intero genere umani) ed era coraggiosa e determinata nel passare all’azione (se necessario).

Artemide in realtà è una figura archetipica che ogni donna conserva gelosamente nel suo animo, ma che in molte donne è stata messa a tacere, andando così a creare una rottura, un’incongruenza tra ciò che le donne sentono di volere realmente fare e ciò che la società impone di fare.

Ciò declina inevitabilmente il tutto verso un clima di nervosismo, di confusione e frustrazione.

Tutte noi portiamo dentro una guerriera.

La nostra dea-guerriera rappresenta un’entità forte e ancora influente in ognuna di noi, a dimostrazione del fatto che ogni donna può andare oltre l’essere madre e moglie.

Oggi ci si dimentica di questo grande potere femminile: la donna deve agire, deve reclamare a gran voce il proprio posto nel mondo, deve essere lei a scegliere un uomo non perché ne abbia bisogno o per un senso di incompletezza, ma per una scelta voluta e consapevole.

Diciamo tutto ciò affinché la donna si ricordi e si riappropri del suo grande potenziale: è l’unica a lottare per le cose in cui realmente crede e per le persone che ama.

Se la donna si libera finalmente dalla sua passività, quale ruolo assume l’uomo?

“Se la donna partecipa attivamente alla vita affermando se stessa e le sue posizioni, non ruberà la scena all’uomo? E dopo, che succederà? Ribaltando i ruoli, la società andrà a rotoli?”

Riflettiamo attentamente sulla realtà che ci circonda: sta già andando tutto a rotoli.

Un’analisi compiuta su un campione di 141 ricerche effettuate in 81 Paesi dall’OMS, rivela che il 35% delle donne ha subito (e subisce ancora) abusi.

L’odio razziale ha ancora una potenza aberrante: solo negli USA ci sono ben 917 sostenitori del razzismo, dai neonazisti agli afro-americani separatisti.

Possiamo realmente affermare che nel mondo vada davvero tutto così bene?

Non credo proprio.

E la cosa grave è che la realtà che ci circonda è fatta da uomini e donne come noi.

La società malata in cui viviamo è plasmata a nostra immagine e somiglianza, è lo specchio delle scelte che compiamo, dei nostri comportamenti, del divario che ci portiamo dentro e che ci destabilizza.

Perché le donne hanno il dovere di reintegrare la propria identità

Relegare la donna ad una dimensione meramente passiva implica anche privare l’uomo di alcuni connotati caratteriali e comportamentali (come la dolcezza, la gentilezza, la sensibilità), che non può manifestare perché la società non lo permette.

Sapete perché?

L’uomo, da quando nasce, deve dare una costante prova della sua virilità: “Non piangere che è da femminucce!”, “Se sei un uomo, devi dimostrarlo!”

Viviamo in una società che forza le donne ad essere sempre subalterne agli uomini e gli uomini a mostrare in maniera arrogante la loro virilità, attraverso manifestazioni di forza e a discapito delle proprie emozioni.

Questo per essere socialmente accettati e riconosciuti.

Che succede con questi presupposti?

La realtà dei fatti è che nessuna delle due parti è felice e il peggio è che pensiamo, o ci illudiamo, che l’altro viva meglio di noi.

Il nostro equilibrio interiore si rispecchia in tutto ciò che ci circonda anche se non riusciamo a vederlo.

Se ci concedessimo la possibilità di conoscerci più a fondo, di indagare la nostra vera natura e forza interiore, sia maschile che femminile, potremmo vivere un rapporto più sano e armonico con l’ambiente circostante e raggiungere un certo equilibrio personale.

Tuttavia, fare il primo passo in questo contesto spetta alla donna perché, statisticamente parlando, sull’insieme delle persone che s’interessano a temi più introspettivi, l’80-85% sono donne rispetto al 15-20% degli uomini.

Nonostante ciò, esiste un ristretto gruppo di uomini coraggiosi che ha accolto con curiosità il cambiamento spesso portato avanti dalle figure femminili a loro più vicine: mamme, mogli o figlie.

Da ciò si sono creati i primi circoli maschili che sembrano promuovere la sacralità dell’uomo e che lavorano di pari passo alla sacralità femminile.

Quindi è ora di sfruttare l’occasione: la grande capacità di introspezione femminile gioca un ruolo fondamentale non solo per le stesse donne, ma anche per gli uomini.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione che viene ad insediarsi con modi sì pacifici ma, nel contempo, decisi.

Se dentro di voi percepite una voce che vi chiama dai meandri più reconditi della vostra anima, è molto probabile che voi siate già parte di questo cambiamento importante.

Volete spingervi oltre?

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