La denuncia sul caso Gennarino: “Non è intrattenimento, è sfruttamento”
È bufera su Affari Tuoi, il popolare game show di Rai 1 condotto da Stefano De Martino. Al centro delle polemiche c’è Gennarino, il cagnolino Jack Russell diventato ormai una presenza fissa del programma. A sollevare la questione è Rita Dalla Chiesa, deputata di Forza Italia e storica conduttrice televisiva, oggi a capo del Dipartimento benessere animale del partito.
Attraverso un comunicato ufficiale, la parlamentare ha espresso profonda preoccupazione per l’impiego di animali addestrati nei programmi del servizio pubblico. “Si tratta di una pratica superata – ha dichiarato – che non tiene conto del crescente rispetto verso gli animali come esseri senzienti.” La presenza di Gennarino nello studio televisivo, secondo Dalla Chiesa, rischia di trasformarsi in una forma di spettacolarizzazione che snatura la dignità dell’animale, ridotto a mascotte o figura di contorno per suscitare simpatia e intrattenimento.
Un appello alla Rai e al Parlamento: “Serve una riflessione etica”
La parlamentare non punta il dito contro Affari Tuoi in quanto tale, né accusa il programma di maltrattamenti. Piuttosto, il suo intervento vuole aprire un confronto più ampio su come vengano trattati gli animali nei media, soprattutto nel servizio pubblico. “Non sono contraria alla presenza di animali in televisione,” ha precisato, “ma occorre distinguere tra iniziative con finalità sociali, come le adozioni proposte da Striscia la Notizia, e l’uso ripetuto di animali addestrati come se fossero burattini.”
L’intervento di Dalla Chiesa non resterà isolato. La deputata ha già annunciato che porterà il caso in Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, sollecitando una revisione delle policy aziendali riguardo all’impiego di animali nei programmi. “La Rai ha una responsabilità culturale e civile – ha detto – ed è tempo che rifletta sul messaggio che trasmette.”
Il caso Gennarino, nato come siparietto leggero all’interno di un gioco a premi, rischia ora di diventare il simbolo di un dibattito ben più ampio: quello sull’etica dell’intrattenimento e sul rispetto dovuto agli animali anche quando si accendono le luci della ribalta.