Un’aggressione durata 45 drammatici, interminabili minuti. Un vero e proprio incubo quello subito dall’infermiera anti-Covid violentata a Napoli. E in pieno giorno. Dopo il suo turno presso il reparto di una struttura pubblica, la donna si era recata alla fermata dell’autobus per far rientro a casa.
Seduta su una panchina in corso Novara, all’angolo di una piazza Garibaldi deserta, l’infermiera è stata assalita da un extracomunitario originario del Senegal.
La donna ha provato ad opporre resistenza ed ha lottato contro l’aggressore con tutte le sue forze finché ha potuto. A nulla sono valse anche le sue urla rimaste inascoltate.
Secondo quanto dichiarato dalla donna, una passante che ha individuato mentre si consumavano quei momenti di inaudita violenza, è passata oltre senza tentare di soccorrerla o chiamare aiuto.
Solo l’arrivo di un conducente di un autobus che si era accorto di ciò che stava accadendo ha messo fine all’ignobile abuso. L’uomo è riuscito a bloccare il senegalese e ad allertare la Polizia che prontamente è arrivata sul posto e arrestato il senegalese.
“Colpa del buonismo della sinistra, che tutela chi non rispetta le regole”. Commenta così l’accaduto Gianluca Cantalamessa, deputato dell Lega.
“La rinuncia dello Stato a far rispettare le regole in quella parte della città, tra Piazza Garibaldi, Vasto e stazione centrale, sotto scacco di clandestini che spacciano, si ubriacano e stuprano, ha responsabilità, anche politiche, ben precise”.
Sulla violenza subita dall’infermiera si sono espresse anche Cinzia Massa, Anna Letizia e Vera Buonomo, rappresentanti del coordinamento delle Pari Opportunità di Cgil, Cisl e Uil Napoli.
“La violenza sulle donne è una piaga sempre aperta che riguarda e coinvolge tutti, non solo le donne. Non solo le vittime di abusi, di persecuzioni, di offese, di umiliazioni e di delitti, ma tutte le famiglie e l’intera comunità”.
Intanto il gip di Napoli ha emesso nei confronti del senegalese un provvedimento di custodia cautelare in carcere per in reati di violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale.
Oltre alla denuncia dell’infermiera, il gip si è avvalso delle immagini di videosorveglianza.
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