Tra i ceppi in circolazione in questa stagione fredda l’influenza del cammello è riuscita a farsi strada in tutto il mondo dopo essere stata veicolata dai tifosi di ritorno dal Qatar. Il virus in questione ha suscitato l’allarme da parte delle autorità sanitarie del Regno Unito. L’allerta nei confronti di virus di alta diffusione riguarda dunque l’influenza del cammello che non è una malattia virale sconosciuta vista che nel nostro Paese ha fatto la prima comparsa già nel 2012.
Secondo il parere di diversi esperti questo virus potrebbe essere più letale del Covid: la Mers detta anche Camel flu prende il suo nome dal fatto che l’animale che passa il virus è il cammello oppure il dromedario. Il virus ha preso piede nel Qatar per poi propagarsi attraverso il ritorno dei tifosi dai Mondiali nelle proprie nazioni in altre aree, raggiungendo anche il nostro Paese. La Mers (Middle East Respiratory Syndrome), identifica la sindrome respiratoria mediorientale ovvero una infezione virale a carico delle vie respiratorie con decorso grave e che per alcune analogie ricorda il Covid.
La sindrome respiratoria mediorientale secondo quanto rivelato dagli esperti è una lontana parente di SARS, tenendo presente che l’influenza del cammello è associata ad un maggiore tasso di mortalità. Questo virus è in grado di causare una forma di malattia più grave con tasso di trasmissione non molto alto, infatti si registrano casi alquanto limitati, per lo più legati a coloro che hanno avuto contatti con cammelli o prodotti derivati dall’animale, ma il contagio si può registrare anche attraverso il consumo del latte di cammello non pastorizzato. Per lo più il contagio si verifica per contatto con i portatori gibbuti.
Per quanto riguarda il quadro dei sintomi si registrano: affezione alle vie respiratorie, febbre, respiro corto, difficoltà respiratorie, tosse. Talvolta se il quadro è più severo possono sorgere anche dei sintomi più preoccupanti quali: disturbi gastrointestinali ed insufficienza renale. Per prevenire il virus non ci sono vaccini così come non si propone un trattamento antivirale ad hoc, mentre si consiglia una terapia di supporto in base ai sintomi. Se il quadro clinico evolve in polmonite da MERS-CoV con insufficienza respiratoria acuta allora è necessario il ricovero in rianimazione che richiede intubazione ed assistenza medica.
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