“Non può cavarsela con una lettera”: la rabbia di Enza Cossentino
“Altro che perdono. Andrò io dal Papa, con gli occhiali insanguinati di mia figlia”. Con queste parole, Enza Cossentino, madre di Martina Carbonaro, risponde con dolore e indignazione alla recente lettera inviata da Alessio Tucci a papa Francesco. L’ex fidanzato, attualmente in carcere per aver ucciso la quattordicenne a colpi di pietra ad Afragola, ha chiesto pubblicamente il perdono del Pontefice. Ma per la famiglia della giovane, questa richiesta è un affronto.
“Quegli occhiali, che ancora non mi hanno restituito, sono stati l’ultima cosa che Martina ha visto prima di morire. Rappresentano l’orrore, la violenza, l’ingiustizia. E io li porterò al Papa. Devono essere visti anche da lui”, dichiara Enza, con la voce rotta ma ferma. “Non posso permettere che restino solo un oggetto. Devono diventare una testimonianza.”
“Chi ha violato il quinto comandamento non può cercare la redenzione pubblica”
Enza Cossentino non ci sta a vedere trasformare la morte della figlia in un gesto simbolico utile solo a lenire la coscienza di chi l’ha uccisa. “Chi ha violato il quinto comandamento – Non uccidere – non può pensare di cavarsela con una lettera. Ha infranto la legge di Dio consapevolmente. È una bestemmia anche solo pensare che basti chiedere perdono per lavarsene le mani.”
La famiglia di Martina chiede giustizia. E chiede anche un risarcimento, dal momento che la ragazza è stata uccisa in un cantiere Pnrr, luogo che avrebbe dovuto essere protetto e inaccessibile. Ma più di tutto, Enza chiede ascolto. Non da un tribunale, ma da papa Francesco in persona: “Se davvero riceverete quella lettera, vi chiedo di ricevere anche me. Ascoltate la voce della madre di Martina. Chiamatemi, e io verrò.”