Con l’avvicinarsi del Festival di Sanremo 2025, non mancano le polemiche nel mondo della musica italiana. Questa volta al centro del dibattito troviamo Kekko Silvestre, frontman dei Modà, che ha lanciato una dura critica contro il trapper Tony Effe. Le sue parole, pronunciate in un’intervista a Repubblica, hanno acceso il dibattito sui contenuti della musica contemporanea e sull’impatto che possono avere sui più giovani.
Kekko non le ha mandate a dire, accusando Tony Effe di usare nei suoi testi parole che denigrano le donne. Il cantante ha raccontato un episodio personale che lo ha spinto a intervenire pubblicamente. Sua figlia Gioia, di appena 13 anni, gli ha chiesto spiegazioni su alcune frasi sentite in canzoni trap. In particolare, il leader dei Modà ha riferito una conversazione avuta in macchina con la figlia e un’amichetta fan di Tony Effe:
“Le ho chiesto: cosa ti piace di questa musica? Parla delle donne come se fossero cacche di cane sul marciapiede. Vorresti essere considerata così?”
Secondo Kekko, il problema non sono le parolacce, ma il messaggio che viene veicolato. Ha sottolineato come molti cantanti usino espressioni colorite, ma con scopi diversi: “Anche Ghali usa un linguaggio diretto, ma i suoi testi comunicano messaggi positivi e profondi.”
Per rafforzare la sua posizione, Kekko ha citato esempi di artisti che hanno saputo toccare il cuore del pubblico senza scadere nella volgarità. Tra i nomi menzionati spicca Vasco Rossi, definito un maestro nell’arte di emozionare con parole potenti ma rispettose.
Al contrario, secondo il frontman dei Modà, Tony Effe rappresenta una deriva della musica contemporanea, dove spesso si preferisce puntare sul sensazionalismo piuttosto che su contenuti di qualità.
La critica di Kekko arriva in un momento già delicato per Tony Effe. Dopo la decisione del sindaco Gualtieri di escluderlo dal concertone di Capodanno al Circo Massimo, a causa dei suoi testi definiti “maschilisti e misogini”, il trapper è finito sotto i riflettori. L’intervento di Kekko, quindi, si inserisce in un contesto più ampio, che vede la musica trap spesso al centro di accuse per la sua rappresentazione delle donne.
Kekko ha concluso il suo intervento ribadendo che la musica ha il potere di influenzare profondamente i giovani e, per questo, i cantanti devono sentirsi responsabili dei messaggi che trasmettono. “Essere artisti significa anche avere il coraggio di dire no a certi linguaggi e sì a contenuti che possano davvero far crescere le nuove generazioni.”
Con queste parole, Kekko dei Modà ha aperto un dibattito importante: quanto conta l’etica nella musica?
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