Il caso dell’uomo investito da Cinzia Dal Pino, una donna di 65 anni e imprenditrice balneare, ha preso una svolta inaspettata. Inizialmente ritenuto un ladro di nome Said, la vittima si è rivelata essere Nourdine Naziki, un cittadino marocchino di 52 anni che viveva in Italia da 24 anni. L’incidente mortale è avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 settembre nel centro della città, dove Naziki è stato ripetutamente colpito dall’auto di Dal Pino, schiacciandolo contro una vetrina.
La confusione sulla sua identità è stata risolta solo dopo che la comunità musulmana locale, attraverso il passaparola, è riuscita a contattare i familiari di Naziki in Marocco. Una volta confermato, il suo profilo criminale è venuto alla luce, mostrando un individuo noto alle forze dell’ordine per varie malefatte.
Naziki, infatti, era ben conosciuto dalle autorità di Viareggio e faceva oggetto di monitoraggio e segnalazioni per comportamenti problematici che avevano spinto le autorità locali a richiederne il rimpatrio. Nonostante queste richieste, non erano state approvate, permettendo a Naziki di continuare le sue attività illecite nella città toscana.
Il grave incidente ha scatenato un’indagine approfondita, con la Procura di Lucca che ha incaricato il medico legale Stefano Pierotti di condurre l’autopsia. I risultati dell’esame, effettuato il 12 settembre, hanno confermato che le lesioni e i traumi subiti da Naziki erano compatibili con un investimento multiplo.
Attualmente, il corpo di Nourdine Naziki è in attesa di essere restituito ai suoi familiari per procedere con i rituali funebri secondo la tradizione musulmana e il successivo rimpatrio in Marocco. La comunità musulmana di Viareggio e i suoi familiari continuano a esigere giustizia per la morte di Nourdine, sperando che il processo legale possa chiarire le circostanze e le responsabilità legate a questo tragico evento.
Il caso ha suscitato notevole attenzione mediatica e ha sollevato questioni importanti riguardo la gestione delle identità errate e delle procedure di rimpatrio, oltre a interrogativi sulla sicurezza e sul trattamento degli stranieri nelle comunità locali. Mentre il procedimento giudiziario prende il suo corso, Cinzia Dal Pino rimane agli arresti domiciliari, con l’opinione pubblica divisa tra chi vede nella sua reazione un atto di auto-difesa e chi la considera un’espressione di ingiustificata violenza.
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