Il calcio italiano piange una delle sue anime più autentiche. A 68 anni si è spento Oliviero Garlini, ex attaccante che negli anni Ottanta aveva conquistato stima e affetto in numerosi stadi lungo la Penisola. La notizia della sua scomparsa è arrivata dalla residenza della Fondazione Caccia di Gandino, in provincia di Bergamo, dove l’ex calciatore era ricoverato da tempo a causa di una lunga malattia. Il suo addio ha lasciato un grande vuoto nella comunità sportiva, che oggi lo ricorda per la passione, l’impegno e l’umanità che ha sempre dimostrato.
Nel corso della sua carriera, Garlini ha vestito le maglie di molte squadre tra Serie A e Serie B, lasciando ovunque il segno. Non era un bomber da copertina, ma un uomo squadra, generoso e determinato, che dava tutto per i colori che rappresentava. Il suo gioco era fatto di spirito di sacrificio, intelligenza tattica e un profondo senso del collettivo. Chi lo ha visto in campo ricorda la sua capacità di integrarsi perfettamente nei meccanismi di squadra, diventando prezioso nei momenti decisivi della stagione.
Il ricordo più vivido resta legato all’Atalanta, squadra con cui Garlini ha vissuto le emozioni più intense. Indimenticabile la storica cavalcata in Coppa delle Coppe nella stagione 1987/88, culminata nella semifinale raggiunta e poi persa contro il Malines. Proprio lui realizzò il rigore che per un attimo fece sognare i tifosi nerazzurri prima della rimonta avversaria. Quel gol resta inciso nella memoria collettiva dei bergamaschi come simbolo di un’avventura indimenticabile.
Il club orobico ha espresso il proprio cordoglio con una nota ufficiale: “Il Presidente Antonio Percassi, il co-Chairman Stephen Pagliuca e tutta la famiglia nerazzurra sono vicini alla moglie e ai figli, ai quali vanno le più sincere condoglianze”. Parole che confermano quanto fosse forte il legame tra Garlini e la città di Bergamo, nonostante una carriera vissuta anche tra le fila di Como, Lazio, Inter, Empoli, Cesena, Nocerina, Ancona, Ascoli, Ravenna, Fano e Corbetta.
La sua scomparsa ha toccato anche i tifosi delle tante piazze in cui ha giocato, che oggi lo ricordano non solo per le sue doti calcistiche, ma per la sua umiltà, gentilezza e umanità. A più di trent’anni dal suo ritiro, il suo nome resta legato a un’epoca di calcio vissuta con autenticità, dove a contare erano gli uomini, non solo i campioni. Ed è proprio per questo che Oliviero Garlini sarà sempre ricordato con affetto e rispetto da chi ama questo sport.
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