Un’abitazione dove ogni giornata iniziava con piccoli riti familiari, tra sorrisi e abbracci, si è trasformata all’improvviso in un luogo di disperazione. Bastano poche parole pronunciate con affanno, uno sguardo smarrito, e il quotidiano si sgretola lasciando spazio al vuoto più profondo.
A Borgomeduna, frazione tranquilla della provincia di Pordenone, la normalità è stata travolta da un dolore che non ha nome. Una bambina di soli sette anni, amata da tutti per il suo carattere solare, si è sentita male davanti alla madre, nella sicurezza della propria casa.
France Anaelle frequentava la scuola elementare De Amicis. Chi l’ha conosciuta ricorda la sua gentilezza spontanea, la prontezza nell’aiutare gli altri, la capacità di portare luce anche nei giorni più grigi. La notizia della sua morte ha scosso l’intera comunità, che si è raccolta attorno alla famiglia in un abbraccio collettivo. Quando a settembre riapriranno le aule, il suo banco vuoto sarà un ricordo indelebile della sua assenza.
Era una mattina come tante: Anaelle si era appena svegliata, pronta a iniziare una nuova giornata. La mamma le aveva chiesto un piccolo favore, quello di dare una mano alla sorellina. Un gesto semplice, quotidiano. Ma subito dopo, quella frase: “Mamma, mi fa male la testa”. Parole che hanno gelato il sangue e dato inizio a una corsa contro il tempo.
La madre, intuendo subito che qualcosa non andava, l’ha presa tra le braccia. In pochi istanti, la casa si è trasformata in un vortice di paura e urgenza. I soccorritori del 118 sono arrivati rapidamente e hanno tentato disperatamente di salvarla. Due ore di tentativi, un trasporto d’urgenza all’ospedale di Udine. Ma nulla ha potuto cambiare un destino spietato.
Il padre, Oben Marcel Ghogue Tsague, e la madre, France Tatiana Demanou, ora devono affrontare l’impensabile: continuare a vivere con il silenzio lasciato da Anaelle. Insieme ai due fratellini, cercano di aggrapparsi ai ricordi. La piccola era nata a Trieste il 7 giugno 2018. Aveva avuto qualche problema di salute, ma nulla che facesse presagire una simile tragedia. “Era tutto sotto controllo,” ha detto il padre. “Sembrava stesse bene, avevamo tanti sogni per lei.”
Anaelle era conosciuta e amata da tutti: grandi e piccoli ne ricordano il sorriso, la bontà, la dolcezza. Oggi a Borgomeduna il dolore è condiviso. In tanti si stringono alla famiglia, certi che la memoria di quella bambina speciale continuerà a vivere nei cuori e nei gesti di chi l’ha conosciuta. Perché Anaelle, con la sua presenza luminosa, ha insegnato cosa significa amare. Anche nel buio più profondo.
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