L’ atteggiamento di sfida avuto da Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, in una recente puntata di Otto e Mezzo di Lilli Gruber, nei confronti del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ha fatt discutere l’opinione pubblica che non ha gradito i sorrisi di circostanza ed il tono irriverente del giornalista italiano nonostante l’argomento fosse la guerra che sta devastando l’Ucraina.
Ancora una volta è andato in scena il “travaglismo”, termine coniato per descrivere l’approccio di Marco Travaglio, che comunque va oltre la semplice pratica giornalistica, in quanto fonda insieme tematiche legate al giustizialismo e di antipolitica. Ma il giornalista spesso attua l’essenza del travaglismo sfoggiando un sorriso derisorio che assume come una maschera anche di fronte a situazioni drammatiche.
Durante l’intervista dalla Gruber, Travaglio ha criticato Kuleba in maniera continua, sollevando questioni che fino ad ora erano state affrontate principalmente su Rossija 1, il principale canale televisivo moscovita, parlando della “guerra civile” in Donbass a partire dal 2014 e ha rimproverato Kuleba per non aver ottenuto il cessate il fuoco in tempo.
La risposta del ministro degli Esteri ucraino è stata fulminante, ha infatti dichiarato che pochi Paesi nel mondo considerano quello che è accaduto in Donbass tra il 2014 e il 2022 come una guerra civile, tra questi la Russia, la Corea del Nord, il Nicaragua e il Venezuela. Dmytro Kuleba ha poi ribadito che la Russia ha annesso illegalmente la Crimea e ha invaso il Donbass, sostenendo le sue affermazioni con fatti e documenti dell’Onu.
Kuleba ha utilizzato una metafora calcistica per spigare meglio, e così ha paragonato la guerra ad una partita di calcio: se si inizia la partita con l’idea che alla fine si perderà, non si vincerà mai, ribadendo che lo stesso vale anche in guerra. Marco Travaglio ha risposto a questa metafora, sottolineando che dopo un anno e mezzo di guerra, l’Ucraina ha subito pesanti perdite, come l’occupazione della Crimea e di altre quattro regioni.
A sua volta Kuleba ha ribattuto, ricordando la finale di Champions League tra il Milan e il Liverpool del 2005: nonostante il Milan fosse in vantaggio per 3 a 0 alla fine del primo tempo, la partita si è conclusa con la vittoria del Liverpool. Questo, ha spiegato Kuleba, è un gioco intellettuale, il lavoro di un giornalista è essere scettico, mentre il suo è vincere. Un confronto tra il giornalista italiano e Dmytro Kuleba che ha lasciato strascichi: il comportamento di Travaglio, con il suo sorriso sardonico ed un tono irriverente, è stato fortemente criticato, sottolineando anche come Kuleba sia riuscito a rispondere con calma ed ironia, sottolineando l’importanza della resistenza e della lotta per la libertà.
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